Il coordinatore del Centro Trapianti Regionale: «È stato un Natale più bello per 123 famiglie pugliesi. Nel cuore le storie di due padri che hanno donato il proprio rene ai figli e quella di Merek, che ora vuole iscriversi a Medicina e tornare in Uganda per aiutare i suoi connazionali che non hanno avuto la sua stessa fortuna»
«Un risultato straordinario reso possibile grazie alla solidarietà delle famiglie pugliesi. Chiudiamo l’anno con speranze ancora maggiori per il 2022». Il professor Loreto Gesualdo, coordinatore del Centro Trapianti Pugliese, commenta così ai nostri microfoni l’anno record per i trapianti d’organo in Puglia, con 123 trapianti eseguiti dal 1 gennaio ad oggi, 30 dicembre 2021.
A causa del Covid, nel 2020 il numero di trapianti si era fermato a 84, ma i dati di quest’anno sono superiori anche a quelli del 2019, quando furono eseguiti nella Regione 103 trapianti. In dettaglio, sono stati eseguiti 38 trapianti di fegato, anche qui record assoluto in Puglia, 9 trapianti di cuore (il dato più alto degli ultimi tre anni), 40 trapianti di rene singolo, 16 di rene doppio e 20 trapianti di rene da vivente.
Un record possibile anche grazie al numero in assoluto più elevato di donatori in Puglia. Sono stati 52 i donatori nella Regione, con un indice di 13,2 donatori effettivi per milione di popolazione, mentre nel 2019 sono stati 40 con un indice di 9,8 per milione di abitanti.
«È stato un anno bellissimo per la trapiantologia pugliese – afferma il prof. Gesualdo – anche perché abbiamo registrato una netta riduzione della percentuale di opposizioni. Questo successo arriva in un anno particolare, difficile, di pandemia in cui per due mesi ci siamo dovuti fermare. Speriamo che questo traguardo sia di buon auspicio per il nuovo anno. Vorremmo avvicinarci ai numeri di Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana, realtà regionali che abbiamo come punto di riferimento. Possiamo fare di più e ci impegneremo per raggiungere risultati sempre migliori. La nostra è una lista di attesa di 650 pazienti – sottolinea – e quest’anno siamo stati in grado di trapiantarne 120. Ci sono tante persone che ancora aspettano, ma sappiamo di aver regalato un Natale più bello a 120 famiglie».
«Alle famiglie pugliesi va un plauso per il grande spirito di solidarietà dimostrato – afferma ancora il prof. Gesualdo – e per aver avuto il coraggio di dare l’assenso al “dono”. Donare è vita, ricordiamolo. La solidarietà è cresciuta in questo anno perché tutti gli operatori sanitari hanno davvero dato l’anima durante questa fase difficile. Un grande lavoro – aggiunge – che ha sicuramente sensibilizzato i cittadini sul valore del sistema sanitario e sull’importanza di affidarsi a questo e sostenerlo. L’incremento di adesioni alla donazione nasce anche da questo spirito».
«Ci sono tre bellissime storie che porto nel cuore – racconta il professore – e riguardano tre ragazzi che hanno subito quest’anno il trapianto di rene. Michelle, Merek e Christian. Christian è un adolescente ipovedente e non udente, che conosce il mondo attraverso il tatto. Ha la fobia degli aghi, motivo per il quale era sempre sedato durante la dialisi, che avveniva tre volte alla settimana. Il padre è venuto da me, e mi ha detto che aveva intenzione di donargli il suo rene. Così abbiamo proceduto all’intervento, e grazie al supporto degli anestesisti lo abbiamo tenuto in coma farmacologico per quattro giorni così che non si accorgesse degli aghi. Quando Christian si è risvegliato ha stretto forte le mani della madre e del chirurgo che ha eseguito il trapianto. Questo mi ha davvero commosso».
«La storia di Michelle, invece – prosegue -, è una testimonianza del bene che scaturisce dalla redenzione: anche Michelle, in dialisi da qualche anno, ha ricevuto il rene da suo padre, che al momento del trapianto e anche attualmente si trova in carcere, dove sta scontando una pena».
«La terza storia riguarda Merek, un ragazzino arrivato dall’Uganda sei anni fa, che avevamo dovuto dializzare per l’impossibilità di trovare un rene che avesse le caratteristiche di compatibilità richieste. Una notte, alle 4.00, sono stato svegliato dalla notizia che finalmente era arrivato il rene per Merek. Oggi Merek vuole iscriversi a Medicina e tornare in Uganda ad aiutare i suoi connazionali che non hanno avuto la sua stessa fortuna. Sono storie – conclude il coordinatore del Centro Trapianti pugliese – che dimostrano quanto il nostro Paese sia in grado di dare, anche grazie al fatto che il nostro è un sistema sanitario universalistico che permette a tutti di accedere alle cure».
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