Compie dieci anni il CNT operativo, la struttura del Centro nazionale trapianti attiva 24 ore su 24 che si occupa dell’assegnazione degli organi e del coordinamento dei prelievi per tutti i programmi nazionali di trapianti. Alla cerimonia ha preso parte il ministro della Salute Orazio Schillaci
Compie dieci anni il CNT operativo, la struttura del Centro nazionale trapianti attiva 24 ore su 24 che si occupa dell’assegnazione degli organi e del coordinamento dei prelievi per tutti i programmi nazionali di trapianti. In occasione di questo anniversario il ministro della Salute Orazio Schillaci è intervenuto questa mattina Roma alla cerimonia che si è tenuta presso l’Istituto superiore di sanità (Iss). «La donazione – ha dichiarato il ministro – è un gesto di civiltà che non costa nulla e che ogni anno salva la vita di quasi 4mila persone. Potrebbero essere molte di più, se in numero sempre maggiore dicessimo di sì. E’ questo il messaggio chiave che anche oggi, in occasione di questo decennale, vogliamo veicolare e che sono certo ci vedrà tutti fortemente impegnati».
Nel corso dei dieci anni di funzionamento del CNT operativo, il lavoro della Rete trapiantologica è cresciuto sistematicamente. Nel 2012 i donatori deceduti e i trapianti conseguenti erano stati rispettivamente 1.123 e 2.878, nel 2022 invece sono saliti a 1.461 e 3.518: la centrale operativa coordina direttamente circa la metà dei trapianti realizzati ogni anno in Italia, supportando per l’altra metà i coordinamenti regionali, con una media di un intervento ogni 2 ore e 29 minuti, giorno e notte. I progressi sono particolarmente evidenti nei programmi nazionali, che prima del varo del CNT operativo erano appannaggio di tre distinti coordinamenti interregionali. I trapianti in urgenza sono più che triplicati, dai 130 del 2012 ai 431 del 2022, mentre sono cresciuti ancora di più quelli dei cosiddetti «iperimmuni», i pazienti in lista d’attesa che hanno già ricevuto un trapianto in precedenza e che per questo hanno molte meno possibilità di trovare un donatore compatibile: siamo passati dai 15 trapiantati all’anno nel periodo 2011-2013 a una media di 59 ogni dodici mesi nell’ultimo triennio.
È cresciuta anche la mobilità delle donazioni, con una maggiore efficienza di distribuzione: oggi oltre il 20% degli organi viene trapiantato fuori dalla regione in cui è avvenuto il prelievo, il 5% in più rispetto al decennio precedente. Tra le funzioni detenute dal CNT operativo, oltre alla gestione della lista pediatrica e degli scambi di donazioni con i Paesi europei, c’è anche il coordinamento delle catene di donazione di rene da vivente tra coppie incompatibili: sono già oltre 80 i trapianti realizzati in questa modalità, con il coinvolgimento di 20 ospedali italiani e 4 esteri.
«Il fabbisogno di donazioni non è ancora del tutto soddisfatto», ha sottolineato Schillaci. «Un trapianto, infatti, non dipende soltanto dalle capacità tecnico-scientifiche e dai livelli organizzativi della rete sanitaria: a questi fattori si deve unire la disponibilità di un organo liberamente donato da qualcuno al momento della morte. Negli ultimi 10 anni – ha continuato – è rimasta sostanzialmente invariata la percentuale relativa alle opposizioni al prelievo degli organi, una volontà negativa espressa stabilmente ogni anno da circa un terzo dei cittadini interpellati. Da qualche anno c’è la possibilità di registrare in vita la propria volontà sulla donazione quando si va al proprio Comune per l’emissione e il rinnovo della carta d’identità elettronica. Inoltre, a breve sarà ancora più semplice esprimere la volontà di donare, in ogni momento, collegandosi con l’identità digitale al portale nazionale della Cie». E ha aggiunto: «Dobbiamo cogliere questa opportunità rafforzando le iniziative di comunicazione e sensibilizzazione per diffondere la cultura della donazione. In questo senso, resta strategica anche la collaborazione tra il ministero della Salute e Anci».
«Grazie ai trapianti salviamo vite, ma non abbiamo ancora raggiunto gli obiettivi e non li raggiungeremo mai», ha detto Rocco Bellantone, commissario straordinario dell’Istituto superiore di Sanità nel suo intervento. «Non sarà mai possibile raggiungere la perfezione ma dobbiamo sforzarci per far sì che la donazione di organi continui ad aumentare», ha aggiunto. Il trapianto, ha precisato, «è l’emblema massimo della carità e dell’amore verso la persona. Dobbiamo sempre lottare per fare capire che la donazione, così come quella del sangue o dei tessuti, sono tutti atti d’amore che danno vita e qualità di vita. Su questo fronte ci vuole un organo garante che aiuti la comunicazione con i cittadini» e questo «garante non può che essere questo meraviglioso istituto».
«In questi dieci anni il CNT operativo ha reso più efficiente il funzionamento del sistema di donazione e trapianto, ha garantito maggiori opportunità di cura soprattutto ai pazienti più difficili e ha accorciato le distanze fra il Nord e il Sud del Paese, il tutto mantenendo standard elevati di vigilanza e sicurezza», spiega il direttore del CNT Massimo Cardillo. «Ora dobbiamo continuare sulla strada della crescita dei volumi dell’attività di trapianto e contemporaneamente su quella dei livelli di qualità delle cure e dell’organizzazione: anche per questo – conclude – proprio in questi mesi il CNT ha ottenuto la certificazione ISO-9001 del sistema gestione qualità: un’ulteriore garanzia per tutti i nostri pazienti trapiantati e per gli 8mila ancora in lista d’attesa».
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