Anastasio (FAND Campania): «Insulina in fresco e mai a piedi nudi. E con la giusta attenzione è possibile godere di tutte le cucine del mondo»
Monitoraggi, insulina, tanta acqua e attenzione a cosa c’è nel piatto. Il paziente diabetico non dimentica mai di esserlo, ma è consapevole che con i giusti accorgimenti, la sua patologia non gli impedirà di godersi i piaceri della vita. Vacanze comprese. Grazie alla referente FAND (Associazione Italiana Diabetici ODV) Campania, Fabiana Anastasio, Sanità Informazione ha raccolto le dritte e le informazioni più utili per un’estate serena e senza inconvenienti.
«È innanzitutto importante per il paziente diabetico – esordisce Anastasio – ricordarsi di mettere in valigia le giuste quantità di farmaci e presìdi che gli occorrono per la gestione della malattia. Parliamo quindi degli strumenti per il monitoraggio, che siano glucometri a strisce oppure i sensori, e dei cerotti per aumentare l’aderenza cutanea dei sensori. Con il sudore e l’acqua di mare, infatti, c’è un maggior rischio che il sensore si stacchi diventando inutilizzabile e, poiché, la loro fornitura è contingentata, è bene non restare scoperti magari in una Regione diversa dalla propria, dove l’accesso a questi prodotti potrebbe essere più complicato. Insomma, mai partire a corto di materiale».
«Per quanto riguarda l’insulina – prosegue Anastasio – è importante prestare la giusta attenzione alle modalità di trasporto e conservazione. L’insulina perde le sue proprietà ad alte temperature, per cui deve essere trasportata negli appositi sacchetti termici per farmaci. Una volta arrivati a destinazione non deve interrompersi la catena del freddo, e l’insulina va quindi riposta in frigo nello scomparto in basso, quello normalmente destinato a frutta e verdura. I pazienti che utilizzano l’insulina “in penna” devono anche loro trasportarle nelle apposite borsette frigo (spesso fornite dagli stessi produttori dei dispositivi), ed in spiaggia tenerle al fresco e all’ombra».
«Capitolo alimentazione: c’è da dire che il paziente diabetico – sottolinea Anastasio – è, di regola, già sufficientemente formato e abituato circa la dieta che deve adottare e che ovviamente non cambia in vacanza. Motivo per cui la stragrande maggioranza dei pazienti riesce facilmente ad eseguire il controllo/conteggio dei carboidrati in tutti i Paesi (e relative culture alimentari) del mondo. L’importante è essere informati sulle diverse forme e proprietà che il carboidrato assume nelle varie culture alimentari, dalla pasta al riso al cous cous) e calibrare la propria terapia insulinica di conseguenza. Fondamentale idratarsi correttamente, quindi bere acqua a sufficienza per non sovraccaricare reni, e tenere sempre a portata di mano una dose di zuccheri (caramelle dure, succhi di frutta o bustine di glucosio) per fronteggiare i cali glicemici che, con il cambio di abitudini, possono essere più frequenti».
«Tengo a sottolineare un aspetto che io reputo molto importante – osserva Anastasio – ma che viene troppo spesso ignorato o trascurato. Mai camminare a piedi nudi, ma usare sempre calzature (anche semplici ciabattine) per la spiaggia, per fare il bagno a mare o sotto la doccia. Questo perché d’estate si è maggiormente a rischio di lesioni, scottature o infezioni alle piante dei piedi, che nel paziente diabetico possono più facilmente sfociare in problematiche più serie, non guarire del tutto, o recidivare. È una forma di prevenzione essenziale nei confronti del cosiddetto “piede diabetico” – conclude la referente FAND Campania – che può avere conseguenze molto gravi, invalidanti, e compromettere irrimediabilmente la qualità della vita».
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