Salute 13 Settembre 2023 00:56

Il fumo accelera l’invecchiamento, ma smettere può invertire il processo

Che il fumo abbia molteplici effetti negativi sulla salute è noto ormai da tempo. Ma ora uno studio della Hangzhou Normal University, in Cina, ha trovato le prove di un legame tra il fumo e l’invecchiamento accelerato. I risultati sono stati presentati in occasione del congresso della Società Respiratoria Europea

Il fumo accelera l’invecchiamento, ma smettere può invertire il processo

Che il fumo abbia molteplici effetti negativi sulla salute è noto ormai da tempo. Ma ora uno studio della Hangzhou Normal University, in Cina, ha trovato le prove di un legame tra il fumo e l’invecchiamento accelerato. I risultati, presentati in occasione del congresso della Società Respiratoria Europea (ERS), in corso a Milano, ha dimostrato che il fumo accorcia i frammenti terminali dei cromosomi, i cosiddetti telomeri, nei globuli bianchi del nostro sistema immunitario. La lunghezza di questi «cappucci» è notoriamente un indicatore della velocità con cui invecchiano e della capacità delle nostre cellule di ripararsi e rigenerarsi.

Abbandonare l’abitudine al fumo può ridurre il rischio di accelerare il processo di invecchiamento

«Il nostro studio mostra che l’abitudine al fumo e la quantità di sigarette possono provocare l’accorciamento della lunghezza dei telomeri dei leucociti, che è un indicatore dell’autoriparazione, della rigenerazione e dell’invecchiamento dei tessuti», spiega Siyu Dai, docente della Hangzhou Normal University e tra gli autori dello studio. «In altre parole, il fumo può accelerare il processo di invecchiamento, mentre smettere può ridurre considerevolmente il rischio correlato», aggiunge. I telomeri sono lunghezze di sequenze ripetitive di DNA che proteggono le estremità dei cromosomi. Ogni volta che una cellula si divide, i telomeri si accorciano leggermente, fino a diventare così corti che la cellula non riesce più a dividersi con successo e muore. Questo fa parte del processo di invecchiamento.

Chi non ha mai fumato non mostra alcun segno di accorciamento dei telomeri

La lunghezza dei telomeri nei globuli bianchi (chiamati leucociti) è stata precedentemente collegata al fumo, ma, fino ad ora, sono state condotte poche ricerche per stabilire se essere fumatore e se la quantità di sigarette fumate possa effettivamente causare l’accorciamento della lunghezza dei telomeri. I ricercatori hanno utilizzato i dati genomici di 472.174 partecipanti alla UK Biobank, alcuni dei quali fumatori attuali, altri che non hanno mai fumato e altri ancora che avevano fumato in passato. Hanno così scoperto che essere fumatore è associato a una lunghezza dei telomeri dei leucociti più corta, mentre gli exfumatori e le persone che non hanno mai fumato non hanno mostrato alcun segno di accorciamento dei telomeri.

La lunghezza dei telomeri è legata a molte malattie

Tra gli attuali fumatori, si è osservata una tendenza verso una lunghezza dei telomeri più corta. E le persone che fumano il maggior numero di sigarette hanno una lunghezza dei telomeri dei leucociti significativamente più corta. «In sintesi, il fumo può causare l’accorciamento della lunghezza dei telomeri dei leucociti, e più sigarette si fumano, più forte è l’effetto», sottolinea Dai. «Negli ultimi anni, studi osservazionali hanno collegato la lunghezza ridotta dei telomeri dei leucociti con molte malattie, come malattie cardiovascolari, diabete e perdita muscolare. Ciò significa – continua – che l’effetto del fumo sulla lunghezza dei telomeri gioca probabilmente un ruolo fondamentale in queste malattie, anche se sono necessarie ulteriori ricerche per comprenderne i meccanismi sottostanti».

I ricercatori suggeriscono un maggiore attenzione al supporto alla cessazione del fumo

«Il nostro studio aggiunge un ulteriore evidenza che il fumo provoca l’invecchiamento», evidenzia Dai. «Poiché la cessazione del fumo comporta evidenti benefici per la salute, è giunto il momento di includere il supporto alla cessazione e il trattamento nella gestione clinica quotidiana per aiutarci a creare un ambiente privo di fumo per la prossima generazione», conclude.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Una nuova revisione conferma l’efficacia delle ecig per smettere di fumare ma sottolinea la necessità di interventi più strutturati
Pubblicato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence, lo studio rappresenta una delle analisi più complete mai realizzate, sintetizzando i risultati di 16 revisioni sistematiche e includendo dati provenienti da 24 trial controllati randomizzati (RCT)
Tre tazze di tè al giorno allungano la vita
L'elisir di lunga vita esiste e si cela dentro tre tazze di tè al giorno. A dimostrarlo è uno studio condotto dalla Sichuan University di Chengdu, in Cina, e pubblicato sulla rivista The Lancet Regional Health – Western Pacific. I ricercatori hanno esaminato i dati di quasi 14.000 volontari britannici e cinesi e hanno rilevato che tre tazze di tè al giorno potrebbero rallentare l’invecchiamento biologico, grazie all'azione di diversi potenti composti
Obesità aumenta il rischio di un precursore del mieloma multiplo. Vitolo (Candiolo): “Fattore di rischio prevenibile”
Le persone obese hanno un rischio più alto di oltre il 70% più alto di sviluppare la gammopatia monoclonale di significato indeterminato, una condizione benigna del sangue che però può precedere il mieloma multiplo, un tumore delle plasmacellule. A scoprirlo è uno studio condotto dagli scienziati del Massachusetts General Hospital e pubblicato sulla rivista Blood Advances
Ecig e cerotti aiutano le donne a smettere di fumare senza rischi per la gravidanza
L'utilizzo di prodotti sostitutivi della nicotina durante la gravidanza non è associato a eventi avversi o a complicazioni. A dimostrarlo è una nuova analisi dei dati condotta su donne fumatrici incinte da un gruppo di ricercatori della Queen Mary University di Londra. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Addiction
Sla: studio italiano scopre causa comune con invecchiamento, aperta strada a nuove terapie
L'invecchiamento e le malattie neurodegenerative, come la SLA, hanno una base molecolare comune. A individuarla è uno studio italiano co-coordinato dalle università di Cagliari e Sapienza di Roma e pubblicato su Cell Death and Discovery
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...