Delle applicazioni della nuova tecnologia anche alla sfera della salute dei cittadini se ne è parlato di recente al 5GItaly Global Meeting a Roma. Il Coordinatore della Commissione di sviluppo della Telemedicina del Ministero della Salute ai nostri microfoni: “Rischi da valutare ma benefici enormi: il campo di applicazione di queste tecnologie è estesissimo»
Arriva il 5G e con se porta importanti innovazioni anche nel settore sanitario. Il nuovo standard per la comunicazione mobile che assicura una velocità di connessione estremamente più elevata del 4G e una perfetta interazione con i dispositivi IoT (Internet of Things, ovvero quei dispositivi intelligenti che si connettono tra loro) ha numerose applicazioni anche in ambito medico. Se ne è parlato di recente al 5GItaly Global Meeting a Roma, a cui hanno preso parte diversi esperti nazionali ed internazionali. Tra questi c’era anche Sergio Pillon, coordinatore della Commissione di sviluppo della Telemedicina del Ministero della Salute, che ai nostri microfoni ha spiegato quali sono le potenzialità di questa nuova tecnologia, facendo un cenno anche ai possibili rischi per la nostra salute.
«Senza dubbio le potenzialità sono molte, ma bisogna distinguere da quelle di cui si discute nei convegni da quelle valide per i pazienti. Nei convegni ce ne sono sempre tante, di qualsiasi campo medico stiamo parlando. Poi però i pazienti vengono nel tuo studio e ti chiedono, come fece una volta una vecchina: “Dottore, ma la telemedicina fa qualcosa contro il cancro? Dopo la chemio e la radio vorrei provare anche questa tele…”. Comunque, parlando di 5G sono convinto che, dal punto di vista della telemedicina, esistono delle grandi opportunità. La prima di tutte è il consumo di batteria. Consumi più bassi permettono di avere dispositivi sempre connessi. Inoltre, con questa tecnologia possiamo scavalcare gli smartphone. Sappiamo tutti che uno dei problemi più grossi relativi alla privacy è proprio il sistema operativo di questi device: società come Apple e Google non fanno beneficenza. Esistono anche i problemi di certificazione delle App. Ecco, con il 5G potremmo scavalcare tutto questo perché entra direttamente nell’internet degli oggetti intelligenti connessi al Cloud. Naturalmente, serviranno dispositivi nati in 5G e servono applicazioni che possano supportare il 5G a livello di Cloud. Serve insomma una rete per far funzionare tutto, ma sono convinto che sia un’opportunità da non farsi scappare».
Proviamo a fare un esempio concreto. Di recente abbiamo parlato delle possibili applicazioni della telemedicina nella gestione del paziente cronico con scompenso cardiaco, comportando un notevole risparmio per il Ssn…
«Il campo di applicazione è molto più esteso. Nel corso del convegno mostrerò un dispositivo israeliano che attaccherò con una calamita sotto la sedia di uno dei relatori sul palco. Farò vedere come con questo strumento è possibile monitorare la sua frequenza cardiaca e respiratoria, la sua gittata cardiaca e la variabilità della sua frequenza cardiaca. Il tutto in tempo reale. Attualmente questi oggetti si appoggiano sul wifi ma sono predisposti per viaggiare su 5G. Lei ha parlato di scompensati. Io ci aggiungo i fragili, perché questi oggetti possono monitorizzare, ad esempio, quando il paziente sta nel letto. Io non posso mettere una telecamera su una badante per vedere come segue mio nonno. Posso però attaccare questo strumento sotto al letto e vedere, ad esempio, che lei lo ha fatto andare a letto alle 5 del pomeriggio e vedere che mio nonno ha una frequenza cardiaca alta da 3 giorni e che la notte non dorme. Questi sono oggetti assolutamente chiave per il futuro. Poi possiamo usarlo per gli scompensati, i diabetici, i disabili che vivono su una sedia a rotelle. Siamo noi medici a dover inventare i progetti, ma la tecnologia e la sensoristica stanno facendo passi da gigante».
Come tutte le innovazioni, però, anche il 5G è accompagnato da alcune preoccupazioni. C’è chi sostiene che il 5G può avere degli effetti sulla salute dell’uomo.
«Naturalmente questo vale non solo per il 5G sanitario ma per tutto il 5G, quindi questo problema lo lascerei ai regolatori. È possibile e difficilmente sacrificheremo la nostra salute in cambio di una batteria più duratura. Ma in fin dei conti in questo momento ho uno smartphone in tasca che sta vibrando, e naturalmente sono preoccupato di quel che succederà vicino alle mie tasche…».