Degani (Uneba): «Col Covid perdite per 200 milioni, e nei prossimi 6 mesi previsti 12 milioni di spese in più. Servono finanziamenti al privato sociale»
Le associazioni del comparto sociosanitario lombardo lanciano un appello a Governo e Regione: «Se non arrivano risorse le strutture saranno costrette a cessare o ridurre l’attività con ricaduta su anziani, disabili e famiglie» in un momento in cui i contagi da Covid sono in aumento.
«Oggi c’è necessità di prendere atto che mettere in crisi questo settore equivale a mettere in difficoltà la tutela di tutta la popolazione», evidenzia nel suo intervento presso la sede di Alleanza Cooperativa Italiana Welfare Lombardia Luca Degani, presidente di Uneba, durante l’incontro dello scorso 24 settembre che ha visto la partecipazione di buona parte del mondo associativo impegnato nella gestione di anziani, disabili e malati.
«Siamo qui a pretendere un’attenzione che deve essere anche mediatica – sottolinea -. Fare finanziamenti statali per l’assistenza domiciliare integrata che abbia come centro l’aumento della spesa dei dipendenti pubblici è come non rendersi conto che in Regione Lombardia l’assistenza domiciliare integrata è fatta per la maggior parte dal privato sociale. Quindi si rischia di non poter finanziare quegli interventi necessari nei momenti più difficili come andare a domicilio a fare un tampone ed accorgersi il prima possibile di uno stato infettivo di un soggetto ad alto rischio».
Il mondo delle RSA si è dato appuntamento per presentare le criticità del settore e mandare un messaggio a Regione Lombardia in attesa del prossimo 9 ottobre, data in cui le parti si incontreranno per chiudere la partita sul sostegno economico necessario alle strutture assistenziali.
«L’incontro promosso da Alleanza Cooperativa italiana con Uneba, Ugespi Arlea, Anfass e disabililtà è stato voluto in un momento drammatico per la mancanza di risorse da parte di Regione Lombardia e del governo. Ci stanno mettendo in ginocchio – dice Valeria Negrini dell’Alleanza -. Chiediamo che queste realtà che da tanti anni sono l’ossatura del sociosanitario in questa Regione, ma in gran parte dell’Italia, vengano riconosciute per i costi in più che hanno sostenuto, che stanno sostenendo e sosterranno per tutto il 2021. Regione Lombardia ha manifestato la volontà di sostenerci, ma noi chiediamo che questo passaggio venga fatto in tempi brevi per le troppe situazioni drammatiche».
Il deficit per le Rsa lombarde nei mesi del lockdown è stato di circa 180 milioni ed è destinato a crescere nel secondo semestre del 2020, dove si prevedono 12 milioni di euro di spesa in più per l’incremento dei costi dei dispositivi di protezione individuale, come i guanti aumentati del 450% e dei minori ricavi generati dalle procedure di isolamento e dagli ingressi contingentati.
«Soltanto nel settore della sanità per anziani abbiamo avuto 200 milioni di incassi in meno – riprende la parola Degani –. 80 del sistema sanitario regionale e 120 per mancati incassi diretti. Paradossalmente è giusto così oggi, perché non dobbiamo sforzare sugli ingressi e sulla saturazione, ma dobbiamo garantire agli anziani un ricovero in totale sicurezza a tutela della salute. Questo deve però essere riconosciuto, dobbiamo riuscire ad avere un recupero economico da parte della Regione sul fondo sanitario e da parte dello Stato per aver esercitato quest’anno un ruolo che in parte non ci apparteneva, ma che è stato giusto fare, ossia la presa in carico di un evento pandemico che ha colpito prevalentemente la popolazione anziana di cui noi siamo garanti di tutela».
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