Scritto dal direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, Andrea Urbani, il libro si propone di fare chiarezza sui limiti dell’attuale governance e sulle sfide future
Il nostro Servizio sanitario nazionale ha saputo resistere alla crisi economica e continua a essere tra i migliori al mondo per qualità, costi e prestazioni erogate. «Ma non dobbiamo illuderci», perché se non si cambia passo «non sarà così per sempre». Ad affermarlo è Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, nel suo libro ‘Il Servizio sanitario nazionale guarda al futuro – Verso nuovi e più evoluti schemi di governance’ (edizione Egea), presentato oggi in Senato.
«Per assicurare una sostenibilità economica duratura della sanità italiana senza tradirne i principi fondanti – sottolinea Urbani- si rende necessario un ripensamento in chiave moderna della governance del Servizio sanitario nazionale», che deve tradursi con il passaggio da una logica verticale incentrata sui silos rispetto agli ambiti di assistenza (ospedaliera, farmaceutica, ambulatoriale) e sui tetti di spesa (per farmaci, dispositivi medici, personale) a un approccio orizzontale basato sulla valutazione dell’impatto economico complessivo della patologia. «In questa diversa prospettiva, per esempio – aggiunge il dg del ministero -, una nuova tecnologia più costosa in sé ma in grado di produrre risparmi in ricoveri e farmaci per il paziente va considerata un investimento e non un costo».
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Recuperare la «disparità eccessiva» dell’assistenza sanitaria tra le diverse Regioni è uno degli obiettivi a lungo termine del ministro della Salute, Roberto Speranza. Intervenuto durante la presentazione, il Ministro ha sottolineato la necessità di lavorare «con nuovi finanziamenti, soprattutto per far recuperare terreno a chi è rimasto indietro». «L’approvazione del Patto per la Salute, sottoscritto da tutte le Regioni italiane – ha concluso Speranza – va nella direzione giusta e ci sono le condizioni per cui nessuno resti indietro e si corra tutti insieme verso la costruzione del Servizio sanitario nazionale del futuro».
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