Salute 25 Febbraio 2022 16:17

Il paracetamolo solubile può far male al cuore, contiene più sale di un Big Mac

Uno studio cinese ha concluso che alcune versioni di paracetamolo solubile contengono un elevato consumo di sale nascosto che possono far male al cuore, aumentando il rischio infarto, ictus e insufficienza cardiaca

Il paracetamolo solubile può far male al cuore, contiene più sale di un Big Mac

Le compresse di paracetamolo che si sciolgono nell’acqua possono essere dannose per il cuore a causa del loro contenuto di sale «nascosto». E’ l’avvertimento lanciato da un gruppo di ricercatori cinesi della Central South University di Changsham, secondo i quali il consumo frequente di questo comune antidolorifico può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiache. Il sodio, uno dei componenti principale del sale, viene comunemente usato nei farmaci solubili, in modo da farli agire più velocemente delle pillole ingerite. Tuttavia, alcune formulazioni possono contenere un livello di sodio di 1,5 più alta del limite massimo raccomandato per gli adulti. Una compressa di paracetamolo contiene infatti l’equivalente di quasi quattro Big Mac del Mc Donald’s.

Alcune formulazioni di paracetamolo contengono livelli alti di sodio

Per arrivare a queste conclusioni, pubblicate sull’European Heart Journal, i ricercatori cinesi hanno analizzato le cartelle cliniche di 300mila britannici a cui è stato prescritto il paracetamolo (acetaminofene) nell’ambito del servizio sanitario nazionale. Ebbene, i risultati hanno mostrato che i pazienti che assumevano versioni del farmaco ad alto contenuto di sodio avevano fino al 45% di probabilità in più di avere un infarto, un ictus o di sviluppare insufficienza cardiaca entro un anno. Inoltre, questi stessi pazienti avevano maggiori probabilità di morire nello stesso periodo.

Attenzione al sale che si «nasconde» nei farmaci

«Le persone dovrebbero prestare attenzione non solo all’assunzione di sale nel cibo, ma anche a non trascurare l’assunzione di sale nascosta nei farmaci del loro armadietto», dice Chao Zeng, autore principale dello studio. Lo scienziato ha anche affermato che le autorità sanitarie dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di aggiungere specifiche avvertenza al paracetamolo contenente sodio in modo da avvertire i pazienti dei pericoli. Il consumo di sale è infatti legato all’ipertensione, a sua volta associato a un maggior rischio di malattie cardiache.

Alcune formulazioni di paracetamolo non contengono sodio

Il paracetamolo effervescente, che agisce più rapidamente in forma liquida poiché viene assorbito più rapidamente dall’apparato digerente rispetto a una compressa standard, può contenere fino a 0,44 g di sodio per pillola. Se assunto alla dose giornaliera massima raccomandata di due compresse quattro volte al giorno, una persona potrebbe arrivare a consumare 3,5 g di sodio solo assumendo le compresse. Tuttavia, esistono altre formulazioni di questi antidolorifici che contengono una quantità estremamente piccola di sodio o versioni che non ne contengono proprio.

I pazienti con ipertensione che assumono paracetamolo sono più a rischio infarto

Nello studio, i ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 150.000 pazienti con pressione alta. Circa 5.000 avevano ricevuto paracetamolo contenente sodio, mentre il resto aveva assunto paracetamolo senza sodio. Gli studiosi hanno anche analizzato un gruppo di pazienti di dimensioni simili senza ipertensione. Sono quindi stati inclusi 5mila pazienti a cui è stato somministrato paracetamolo contenente sodio. Tutti i partecipanti avevano un’età compresa tra i 60 e 90 anni a cui è stato prescritto il paracetamolo tra il 2000 e il 2017. I pazienti con ipertensione che assumevano pillole ad alto contenuto di sodio avevano un rischio del 5,6% di avere un infarto, un ictus o insufficienza cardiaca rispetto al 4,6% nel gruppo che ha assunto il farmaco senza sodio.

Antidolorifici con alti livelli di sodio aumentano il rischio morte

Coloro che assumevano antidolorifici a più alto contenuto di sodio avevano anche un rischio di morte più elevato, con il 7,6% di decessi nel periodo di monitoraggio lungo un anno rispetto al 6,1% nell’altro gruppo di pazienti. I pazienti che avevano ricevuto cinque o più prescrizioni del farmaco ad alto contenuto di sodio durante lo studio avevano il 45% in più di probabilità di avere un ictus, un infarto o di soffrire d’insufficienza cardiaca. Una sola prescrizione ha aumentato il rischio del 26%. Il rischio di morte per numero di prescrizioni per la versione ad alto contenuto di sodio è aumentato del 177% con un dosaggio ed è schizzato al 264% per cinque o più.

Il rischio c’è anche in assenza di ipertensione

Lo studio ha anche rilevato che il rischio di malattie cardiovascolari tra i pazienti senza ipertensione quando assumevano antidolorifici effervescenti ad alto contenuto di sodio era del 4,4%, rispetto al 3,7% nei pazienti a cui era stata somministrata un’alternativa. E il rischio di morte tra i pazienti senza ipertensione a un anno dall’assunzione delle pillole era del 7,3% per quelli che assumevano la versione con più sale rispetto al 5,9% nel gruppo con meno sodio. Modelli simili per numero di prescrizioni e corrispondente aumento di malattie cardiovascolari e decessi sono stati osservati anche in questo gruppo di pazienti.

I ricercatori consigliano di optare per alternative più sane

Secondo i ricercatori, quindi, sia i medici che i pazienti dovrebbero considerare di evitare di assumere paracetamolo solubile ad alto contenuto di sodio e optare per alternative più sane. Lo studio è stato osservazionale, il che significa che mentre è stata individuata un’associazione con il contenuto di sale, non è stato possibile dimostrare che la colpa fosse proprio del sodio. Ma non si tratta del primo studio a dimostrare che consumare frequentemente il paracetamolo può aumentare il rischio di problemi cardiaci. All’inizio di questo mese un gruppo di scienziati dell’Università di Edimburgo hanno suggerito che solo quattro giorni di assunzione di paracetamolo provocano un aumento clinicamente significativo della pressione sanguigna. Da ciò hanno calcolato che l’uso regolare di paracetamolo – circa 4 g al giorno o otto compresse standard – potrebbe aumentare il rischio di malattie cardiache o ictus di circa il 20%. Tuttavia, i ricercatori hanno insistito sul fatto che l’assunzione occasionale di paracetamolo contro il mal di testa o la febbre è sicuro.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Rischio cardiovascolare al femminile, le donne italiane lo sottostimano
La maggior parte delle donne italiane sottostima il proprio rischio cardiovascolare, non conosce tutti i fattori di rischio, e anche quando li conosce, non migliora il proprio stile di vita. È quanto emerge dallo studio CARIN WOMEN condotto da A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) , realizzato con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo Italia
Ictus cerebrale, il cuore gioca un ruolo cruciale. La fibrillazione atriale è tra i principali fattori di rischio
Il cuore gioca un ruolo cruciale nell’insorgenza dell’ictus cerebrale, essendone la fibrillazione atriale una delle principali cause. Ma non tutti sono a conoscenza di questo legame pericoloso e A.L.I.Ce. Italia Odv, in occasione di aprile mese della prevenzione, intende sensibilizzare le persone sull’importanza di non sottovalutare lo stretto rapporto tra cuore e cervello
di V.A.
Cure cardiovascolari a prova di pandemia e clima. Italia in prima linea nel progetto europeo RESIL-Card
La Società Italiana di Cardiologia interventistica (GISE) prende parte al consorzio europeo RESIL-Card che punta a rendere il sistema di assistenza e cure cardiovascolari più resilienti nelle crisi
di V.A.
Dolore toracico, con tecnologie di precisione meno morti e infarti
L’impiego selettivo della Tac coronarica integrata con la FFRct (fractional flow reserve CTderived) riduce il rischio di morte e di infarto del 65%, evitando esami invasivi non necessari. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso da due analisi dello studio clinico internazionale PRECISE, pubblicato sulla rivista Jama Cardiology
di V.A.
Il cioccolato fondente riduce il rischio di ipertensione arteriosa
Il cioccolato fondente potrebbe essere un "dolce" alleato contro l'ipertensione arteriosa, cosiddetta "essenziale" perché la causa è sconosciuta. A scoprirlo è stato uno studio dello Shaoxing People's Hospital, in Cina, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Scientific Reports
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...