Asma bronchiale e rinite allergica, le “due facce della stessa medaglia”. I pazienti affetti da rinite allergica sono ad aumentato rischio di sviluppare asma e viceversa, e molto spesso le due patologie coesistono, come espressione di un continuum infiammatorio a carico delle vie aeree. L’importanza di disporre di un trattamento efficace e ben tollerato quando le due patologie coesistono: la classe degli antileucotrieni
Con 500 milioni di persone affette nel mondo e una prevalenza del 23% sulla popolazione generale europea, la rinite allergica si conferma come una patologia dai numeri epidemiologici imponenti. Il suo picco d’incidenza si registra tra la seconda e la quarta decade di vita, con una riduzione graduale nelle altre fasce di età. Analogamente, l’asma rappresenta un problema di sanità pubblica rilevante, con 300 milioni di soggetti colpiti nel mondo.
Questi dati non sono casuali, considerato che nel soggetto allergico si riscontra frequentemente un fenotipo caratterizzato dalla presenza contemporanea di rinite e asma. Più nello specifico, la rinite non trattata aumenta il rischio di attacchi asmatici, con un impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti asmatici e sul rischio di ospedalizzazioni.
La terapia dell’asma si basa su un approccio personalizzato, che poggia su dati clinici e funzionali raccolti nel corso di controlli periodici, che consentono di aggiustare la terapia in corso d’opera. Le recenti linee guida della Global Initiative for Asthma (GINA), affermano che nelle forme lievi e intermittenti si può procedere con una terapia al bisogno basata sull’associazione di un cortisonico inalatorio (ICS) con un broncodilatatore a lunga durata d’azione e rapido effetto. Nei casi di asma persistente, è raccomandata una terapia di fondo con somministrazione in cronico di associazioni ICS/LABA con costisonico a dosaggio basso, medio o alto a seconda della gravità del disturbo (step GINA da 1 a 5). A ciò si possono aggiungere eventuali dosi aggiuntive al bisogno. Nel caso di gravità di asma classificata con gli step da 2 a 4, le linee guida GINA prevedono l’eventuale aggiunta di antileucotrieni.
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