«I controlli alla frontiera, la frontiera dei controlli», è questo il titolo del documento presentato da INMP, ISS e SIMM alla Camera dei Deputati con l’obiettivo di standardizzare gli approcci assistenziali per migranti e profughi. Le linee guida «colmano il vuoto che si crea tra lo sbarco e il centro di accoglienza», ha spiegato Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute
«Un lavoro e un impegno portato avanti con notevole intensità» ha dichiarato Concetta Mirisola, Direttrice Generale dell’Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti (INMP) sulle Linee Guida “I controlli alla frontiera, la frontiera dei controlli”, presentate ieri alla Camera, redatte in accordo con l’Istituto Superiore di Sanità e la Società Italiana di Medicina delle Migrazioni per fornire raccomandazioni sui controlli sanitari di profughi e richiedenti asilo.
«Il testo rappresenta uno strumento operativo per le organizzazioni e i professionisti sociosanitari che si impegnano nell’accoglienza dei migranti e dei richiedenti protezione internazionale», ha proseguito la Direttrice Mirisola sul documento redatto «secondo evidenze scientifiche e concrete perché troppo spesso questioni relative all’immigrazione vengono gestite con approssimazione. La linea guida è rivolta ai decisori, agli enti gestori dei centri di accoglienza e agli operatori sociosanitari e fornirà un pratico ausilio a fronte dell’incertezza ed eterogeneità nei comportamenti adottati sul territorio nazionale».
«Mobilità e immigrazione sono i grandi temi del secolo, si tratta di questioni epocali che non possono essere affrontate solo con la generosità e l’altruismo, servono indicazioni pratiche» è intervenuto il Direttore dell’ISS Walter Ricciardi, che ha sottolineato come i Paesi che si occupano in maniera pragmatica della salute dei migranti ottengano migliori risultati anche sui cittadini autoctoni. «Ben vengano indicazioni pratiche», ha commentato Ranieri Guerra, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute che ha rimarcato quanto il Ministro Lorenzin abbia fortemente voluto e incentivato la stesura delle Linee Guida che «vanno a colmare il vuoto che si crea tra lo sbarco e il centro di accoglienza. Quello delle migrazioni è un flusso complesso che coinvolge vari attori che devono collaborare per controllare l’emergenza».
«La formazione deve essere al centro della metodologia per fronteggiare il fenomeno migratorio», ha rimarcato Maurizio Marceca, Presidente della Società italiana di Medicina delle migrazioni. «Solo con la conoscenza diffusa delle evidenze scientifiche si riescono ad evitare quegli approcci emergenziali che hanno caratterizzato l’atteggiamento comune nei confronti degli immigrati negli ultimi anni».
All’elaborazione delle raccomandazioni ha lavorato un panel multidisciplinare e multiprofessionale di esperti, scelti in rappresentanza delle principali società scientifiche interessate e di istituzioni sanitarie nazionali e internazionali. Sono state prese in considerazione le principali malattie infettive e diffusive (tubercolosi, malaria, epatite B e C, HIV, parassitosi, infezioni sessualmente trasmissibili) e alcune patologie cronico-degenerative (diabete, anemie, ipertensione, carcinoma cervice uterina) la cui diagnosi precoce si associa a una riduzione degli esiti negativi per la salute e dei costi per il Servizio sanitario nazionale. Sono state anche considerate alcune condizioni – quali la gravidanza – meritevoli di particolare tutela e in grado di modificare il percorso di accoglienza. Alla luce delle evidenze emerse, per ciascuna delle patologie e condizioni individuate, gli esperti del panel hanno elaborato delle raccomandazioni di taglio clinico-organizzativo, incardinandole all’interno di un percorso modulato e progressivo, che va dalla valutazione iniziale in fase di soccorso alla visita medica completa in prima accoglienza, fino alla “presa in carico” vera e propria nella seconda accoglienza.