L’intervista all’autore Marco Bonafede, medico psichiatra. «Spero che il libro-fumetto arrivi ad avere una diffusione più ampia, anche nelle scuole. L’obiettivo è discutere di vaccini in modo sereno, corretto e meno estremo»
In questi giorni si sta discutendo sulla possibilità di estendere la quarta dose di vaccino anti Covid a tutti. Questa possibilità, per ora, «non è giustificata da un’evidenza scientifica e in nessun Paese al mondo si sta facendo la quarta dose a tutti» ha spiegato il ministro Speranza. L’unica certezza, per ora, è che la quarta dose è prevista per le persone fragili e con problemi al sistema immunitario. «In Italia siamo partiti con gli immunocompromessi – ha aggiunto il ministro – verificheremo se estenderla alla popolazione più anziana. L’evidenza scientifica – ha sottolineato – ora non ci dice quarta dose per tutti, ma che bisogna approfondire e valutare se serve protezione a fasce anagrafiche più alte».
L’aumento dei casi di queste settimane, che non ha determinato per fortuna un aumento parallelo di ricoveri e decessi, è da attribuire ad Omicron 2 e forse ad un abbassamento generale della guardia complici la guerra e le varianti meno aggressive ma più contagiose. Eppure, il monitoraggio settimane della Fondazione Gimbe registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati. Tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ancora e 6,98 milioni di persone non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino.
In questi ultimi due anni, i vaccini hanno dimostrato di essere lo strumento più potente ed efficace nei confronti di malattie gravi. Cosa c’è allora, ancora, alla base dello scetticismo nei confronti del vaccino anti Covid-19? Se lo è domandato Marco Bonafede, nel suo libro-fumetto “Immunità di gregge”. Da poco in pensione, ha lavorato 30 anni al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) dell’ospedale di Cefalù. Durante la pandemia, il dottor Bonafede ha scelto di trattare il tema dei vaccini in modo semplice, divertente ma razionale e per questo convincente. Con un chiaro intento informativo e divulgativo, anche per i bambini. E una forte critica ai social, dove spesso si nascondono fake news e posizioni antiscientifiche.
«Nasce perché mi sono accorto che c’è stata una grandissima resistenza a vaccinarsi. Inspiegabile, secondo me, se non in termini non oggettivi, nel senso che si è creata una vera e propria psicosi sugli effetti collaterali dei vaccini anti Covid. I medici, ad un certo punto, sono passati da eroi a oppressori e sono nate polemiche che poco hanno a che fare con la scienza. Su questo, si giocano partite poco inerenti alla sanità e legate, invece, ad equilibri di potere. Questo ha confuso le persone».
«Nasce anche a causa della mancata conoscenza e da alcune convinzioni errate sui farmaci. Sapere che ci possono essere rischi, anche se rari, non per tutti equivale a decidere di assumerseli. Ognuno vuole scegliere per sé e per il proprio corpo, non si può pensare di convincere le persone con le statistiche. C’è stata una psicosi di massa, la gente aveva paura e alcuni hanno approfittato per erigersi a “capo popolo” e protestare contro i vaccini senza alcun tipo di competenza. A me è capitato di rischiare di morire per un antibiotico: tutti i farmaci presentano rischi di effetti collaterali ma bisogna ragionare sui benefici. I vaccini sono molto più sicuri di tutte le compresse che le persone prendono senza pensarci troppo e con la massima leggerezza. E invece noi ci troviamo nella condizione per cui chi ha conoscenze mediche non viene tanto considerato. Se vado su internet trovo ciò che voglio, ogni mia opinione sarà confermata, non la cambierò. Devo essere in grado di filtrare le informazioni».
«Il vaccino è un dovere civico che ci consente di proteggerci, assumendoci un rischio minimo, lo stesso di un’allergia alimentare di cui non siamo a conoscenza. Nel mio fumetto io non mi sono occupato del virus e di epidemiologia. Io penso che le persone incerte, se non hanno gli strumenti per scegliere al meglio, molto spesso possono sbagliare. Questo libro è stato scritto con la speranza di riuscire ad incidere. Le buone recensioni mi fanno piacere ma io spero che arrivi ad avere una diffusione più ampia. L’obiettivo è discutere di vaccini in modo sereno, corretto e meno estremo. Io attraverso il fumetto prendo in giro i No-vax, è vero, ma mai con cattiveria. Lo faccio in maniera bonaria per aiutarli a superare le loro paure e i loro pregiudizi. E la cosa migliore è farlo con leggerezza».
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