La Commissione Europea ha dato il via libera alla formulazione sottocutanea di atezolizumab, immunoterapia antitumorale anti-PD-L1 che trova impiego in diversi tipi di tumore del polmone, del fegato, della vescica e della mammella. La formulazione sottocutanea richiede un tempo di inoculazione di circa 7 minuti, a fronte dei 30-60 richiesti dalla formulazione endovenosa
La Commissione Europea ha autorizzato l’immissione in commercio di atezolizumab, la prima immunoterapia antitumorale anti-PD-L1 per iniezione sottocutanea disponibile nell’Unione Europea.
Nell’ultimo anno, oltre 38.000 persone nell’UE hanno ricevuto atezolizumab per il trattamento di diversi tipi di tumore del polmone, del fegato, della vescica e della mammella. Finora questa immunoterapia è stata somministrata mediante infusione endovenosa (EV), che richiede circa 30-60 minuti. La nuova iniezione sottocutanea, approvata per tutte le indicazioni di atezolizumab endovenosa, ridurrà il tempo di trattamento a circa 7 minuti.
“Siamo lieti di aver ottenuto l’autorizzazione a livello europeo per la prima immunoterapia antitumorale anti-PD-L1 per uso sottocutaneo – dichiara Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche – La somministrazione di atezolizumab per via sottocutanea offre ai pazienti una maggiore flessibilità e contribuisce a generare un risparmio di risorse a beneficio dei sistemi sanitari pubblici”.
“Garantire la migliore qualità di vita possibile alle persone che convivono con un tumore è prioritario – aggiunge Enriqueta Felip, Responsabile dell’unità di oncologia toracica dell’Ospedale di Vall d’Hebron di Barcellona – La disponibilità di un’opzione immunoterapica antitumorale in formulazione sottocutanea potrà fare la differenza per i pazienti e i loro familiari, grazie all’opportunità di ridurre al minimo il tempo di somministrazione e consentire, dove possibile, il trattamento al di fuori dell’ospedale”.
L’approvazione si basa sui dati registrativi dello studio di fase IB/III IMscin001, che ha evidenziato un profilo di sicurezza ed efficacia in linea con la formulazione endovenosa.
Il 90% degli operatori sanitari intervistati durante lo studio è concorde nel ritenere la formulazione sottocutanea facile da somministrare e il 75% ha dichiarato che questa opzione potrebbe consentire un risparmio di tempo, a livello di organizzazione sanitaria, rispetto alla formulazione endovenosa
“Come WALCE Onlus siamo impegnati quotidianamente nel supporto ai pazienti e ai loro familiari per favorire una migliore qualità di vita – sottolinea Silvia Novello, Professoressa ordinaria di Oncologia Medica, Università degli Studi di Torino, Presidente WALCE Onlus – È quindi per noi assolutamente una buona notizia venire a conoscenza dell’approvazione di atezolizumab SC da parte di EMA. Questo tipo di somministrazione sicuramente sarà maggiormente gradita ai pazienti: passare da una somministrazione endovenosa ad un’iniezione sottocutanea ha certamente un impatto psicologico positivo oltre che un guadagno di momenti preziosi (da circa 1 ora per l’infusione a pochi minuti per l’iniezione) per il paziente e il suo caregiver. Per il personale sanitario questo significherà poter riorganizzare l’attività di Day Hospital, migliorare i flussi e, a tendere, ridurre potenzialmente le liste di attesa per l’erogazione della terapia”.