Nel nostro paese l’obesità è in aumento esponenziale e sempre più “killer”, con un numero di morti all’anno 4 volte superiore a quello degli incidenti d’auto, e una previsione, entro il 2035, di 1 adulto italiano su 3 obeso. E’ l’allarme lanciato dalla Società italiana di nutrizione umana per sensibilizzare sull’importanza della sostenibilità alimentare e sull’adozione di scelte alimentari corrette, in grado di agire positivamente sia sull’uomo che sul pianeta
Nel nostro paese l’obesità è in aumento esponenziale e sempre più “killer”, con un numero di morti all’anno 4 volte superiore a quello degli incidenti d’auto, e una previsione, entro il 2035, di 1 adulto italiano su 3 obeso. In questo scenario, dunque, i fattori di rischio legati alla dieta sono i principali responsabili della perdita di anni di vita libera da malattia a livello globale. E’ l’allarme lanciato dalla Società italiana di nutrizione umana (Sinu) per sensibilizzare sull’importanza della sostenibilità alimentare e sull’adozione di scelte alimentari corrette, in grado di agire positivamente sia sull’uomo che sul pianeta.
Tra le scelte alimentari raccomandate c’è certamente la dieta mediterranea, basata proprio su un largo consumo di alimenti vegetali, tra cui frutta, verdura e cereali integrali ed un moderato consumo di alimenti di origine animale. Un regime alimentare a base vegetale, secondo i nutrizionisti, non solo consentirebbe di prevenire l’insorgenza delle malattie legate all’alimentazione, ma anche di dimezzare le emissioni di gas serra nell’atmosfera legate alla produzione e al consumo di cibo, che, contribuendo al riscaldamento globale, hanno a loro volta effetti deleteri sulla salute umana. “Monitorare l’impatto degli alimenti, tenendo conto di tutti gli indicatori ambientali – sottolineano gli esperti della Sinu – consente, inoltre, di individuare le criticità correlate alla loro produzione ed applicare azioni di mitigazione che ne migliorino le prestazioni ambientali“.
“Per promuovere scelte più sane e sostenibili anche il consumatore finale deve essere istruito attraverso strategie di educazione, di facilitazione delle scelte, di incentivi e di restrizione dell’offerta, volti a limitare lo spreco alimentare”, spiegano gli esperti. “E’ importante, ad esempio, educare a leggere correttamente le date di scadenza. Molto spesso – continuani – il cibo viene buttato perché non è chiara la differenza tra data di scadenza e termine minimo di conservazione (Tmc), e più di un terzo degli italiani, infatti non sa che un alimento oltre il Tmc è ancora consumabile, senza implicazioni sulla salute“.
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