Migliaia di scienziati, medici e giornalisti russi hanno condannato pubblicamente l’invasione dell’Ucraina e temono che la guerra possa compromettere anche la comunità scientifica russa
Migliaia di scienziati, medici e giornalisti russi hanno condannato pubblicamente l’invasione «insensata» dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin, rischiando di essere multati o addirittura di essere condannati a pene detentive. In una lettera aperta al dittatore russo, hanno affermato che non c’è «giustificazione razionale per questa guerra» e hanno avvertito che il paese è «condannato all’isolamento».
Secondo i firmatari, la scienza e la medicina russe potrebbero essere lasciate indietro a causa della mancanza di finanziamenti internazionali mentre il mondo trasforma il paese in uno stato «paria». A sottoscrivere il documento sono stati oltre 6.100 accademici, giornalisti scientifici e medici e lo hanno fatto nonostante le rigide leggi russe contro la libertà di parola. I firmatari della lettera hanno chiesto «l’immediata sospensione di tutte le operazioni militari dirette contro l’Ucraina».
Gli Stati Uniti hanno già tagliato i legami con l’industria spaziale russa come parte del loro pacchetto di sanzioni, mentre il più grande finanziatore tedesco della ricerca ha congelato tutta la cooperazione scientifica con il paese. «Noi, scienziati e giornalisti scientifici russi, dichiariamo una forte protesta contro le ostilità lanciate dalle forze armate del nostro Paese sul territorio dell’Ucraina». E continua: «Questo passo fatale porta a enormi perdite umane e mina le fondamenta del sistema consolidato di sicurezza internazionale. La responsabilità di scatenare una nuova guerra in Europa spetta interamente alla Russia».
«Non c’è una giustificazione razionale – scrivono – per questa guerra. I tentativi di usare la situazione nel Donbass come pretesto per lanciare un’operazione militare non ispirano alcuna fiducia». E ancora: «È chiaro che l’Ucraina non rappresenta una minaccia per la sicurezza del nostro Paese. La guerra contro essa è ingiusta e francamente insensata». I firmatari hanno affermato che lo stato dell’Ucraina si basa su istituzioni democratiche e tutti i problemi tra la Russia e i suoi vicini europei possono essere risolti pacificamente.
«Avendo scatenato la guerra, la Russia si è condannata all’isolamento internazionale», si legge nella lettera. «Ciò significa che noi scienziati non saremo più in grado di svolgere normalmente il nostro lavoro: dopotutto, è impensabile condurre ricerca scientifica senza la piena collaborazione dei colleghi di altri paesi. L’isolamento della Russia dal mondo significa un ulteriore degrado culturale e tecnologico del nostro Paese in totale assenza di prospettive positive». Da qui la richiesta di porre fine alla guerra «subito».
Gli scienziati hanno affermato: «Chiediamo rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale dello stato ucraino. Chiediamo la pace per i nostri paesi». La comunità scientifica internazionale ha condannato l’attacco della Russia all’Ucraina. Alcuni chiedono che vangano tagliati tutti i legami con gli scienziati russi. La Nasa sta ora esplorando modi per mantenere operativa la Stazione Spaziale Internazionale senza l’aiuto russo. Nel frattempo, più di 130 persone hanno firmato una lettera aperta alla Commissione Europea e agli Stati membri dell’Unione Europea chiedendo la sospensione urgente di tutti i finanziamenti alle istituzioni russe.
Maksym Strikha, un fisico dell’Università Nazionale Taras Shevchenko di Kiev, ha detto alla rivista Nature che si dovrebbero bloccare i finanziamenti agli scienziati. «Ci dovrebbe essere un boicottaggio completo della comunità accademica russa. Nessuna collaborazione», dice. «Anche la comunità accademica russa dovrebbe pagare il proprio prezzo per sostenere Putin», aggiunge. Dal crollo dell’Unione Sovietica nel 1992 la Russia è rimasta indietro rispetto all’Europa e agli Stati Uniti in materia di scienza e salute. In quel momento l’economia del paese è precipitata e decine di migliaia di scienziati si sono trasferiti all’estero per promuovere la loro carriera. Nonostante Putin abbia promesso una nuova strategia di ricerca nel 2018, inclusi 900 nuovi laboratori e un sostegno extra per gli scienziati all’inizio della carriera, i finanziamenti sul campo per la maggior parte della ricerca russa rimangono scarsi. Il paese ha negato di aver rubato i dati del vaccino da AstraZeneca, dopo essere stato accusato di essersi appropriata dei progetti del vaccino fatto a Oxford per sviluppare il Sputnik V.
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