Bortolotti (psicologa): «Una conversazione tra madre e figlio, anche se attraverso un telefono, favorisce il rilascio dell’ossitocina, il cosiddetto ormone della felicità. Il rapporto materno ha una funzione riequilibratrice: non si esaurisce mai, nemmeno con l’età, dura tutta la vita ed anche oltre»
Quando due particelle interagiscono tra loro le onde emanate durante tale interazione rimangono intrecciate, continuano ad influenzarsi a vicenda, anche a distanza. Questo fenomeno, che in fisica quantistica viene definito entanglement, pare possa verificarsi anche tra gli esseri. Quanto più sarà stretto il legame, tanto più le onde prodotte e intrecciatesi durante la relazione continueranno ad influenzare la vita dei due individui, anche quando si troveranno ormai lontani l’uno dall’altro. Il legame tra una madre ed un figlio ne è una potente dimostrazione.
I benefici dell’amore materno non si racchiudono solo in baci, carezze e abbracci, ma possono arrivare anche a migliaia di chilometri di distanza. E non solo per una questione di fisica quantistica. I ricercatori dell’Università di Chicago hanno dimostrato come una semplice telefonata con la mamma possa avere effetti benefici sull’umore. «Una conversazione tra madre e figlio, anche se attraverso un telefono, favorisce il rilascio dell’ossitocina, il cosiddetto ormone della felicità», spiega Alessandra Bortolotti, psicologa, componente del gruppo di lavoro Psicologia e Salute Perinatale dell’Ordine degli psicologi del Lazio.
Gli studiosi statunitensi hanno coinvolto nelle loro ricerche bambine e ragazzine tra i 7 e i 12 anni. Dopo aver affrontato situazioni particolarmente stressanti, le giovani sono state messe in contatto fisico o telefonico con la propria madre. «I ricercatori dell’università di Illinois – continua la psicologa – sono giunti alla conclusione che gli effetti di una telefonata con la propria madre possono essere equiparati a quelli di un lungo abbraccio o di un bacio». Effetti che la neurologa Rebecca Saxe, già lo scorso anno, aveva mostrato attraverso una risonanza magnetica catturata mentre una madre bacia sulla fronte suo figlio di due mesi. L’immagine mostra come le labbra posizionate sulla testa del neonato provochino, immediatamente, una reazione nel cervello del piccolo, attraverso il rilascio di dopamina e ossitocina.
«Abbracci, baci e carezze – spiega Bortolotti – sono in grado di attivare le fibre C Tattili, fibre che reagendo a tocchi lenti e ripetuti, generano benessere psicofisico. I benefici della loro azione possono essere percepiti anche dopo una passeggiata all’aria aperta o dopo una nuotata, poiché mare e natura sono in grado di stimolare queste fibre quasi come una carezza. Il benessere non si esaurisce al termine del contatto, la piacevolezza perdura anche nelle ore a seguire, per poi svanire».
L’effetto che scaturisce dalla relazione madre-figlio, invece, può non esaurirsi mai: «Il rapporto che una madre ha con il proprio figlio ha una funzione riequilibratrice. Funzione che non si dissolve nemmeno con l’età: dura tutta la vita ed anche oltre. Interagire con la propria madre potrà sempre stimolare, anche nel cervello di un adulto, la produzione di ossitocina, con un abbraccio, una carezza o anche una semplice chiacchierata al telefono. E pure quando una mamma non ci sarà più continuerà ad essere fonte di benessere per i suoi figli che, ricordandola, ripensando alla loro relazione ed ai momenti più belli trascorsi insieme, produrranno ossitocina». Così, l’ormone dell’amore scaccerà ancora una volta la tristezza.
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