Un’epidemia in crescita con mezzo milione di italiani a letto. Il Presidente della Società Italiana Medicina Generale e Cure Primarie: «Non sottovalutare virus, a metà gennaio il picco massimo»
L’influenza anticipa il picco. La curva dell’epidemia quest’anno sale più velocemente rispetto al passato e il picco massimo si attende tra metà gennaio e inizio febbraio. Un dicembre secco e un inizio gennaio dalle temperature rigide, hanno favorito la diffusione del contagio che, oltre ad essere più aggressivo rispetto al solito, attualmente, secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità, costringe a letto mezzo milione di italiani. Sul tema interviene Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e Cure Primarie (SIMG) che ci spiega quali sono le caratteristiche del virus e come agire per prevenirlo.
Quali sono quest’anno le caratteristiche dell’influenza e quando raggiungeremo il picco massimo?
«Stiamo osservando l’andamento dell’epidemia, che in una fase iniziale rispecchiava il percorso consueto ma nelle ultime settimane ha avuto un’impennata. I numeri di casi registrati per settimana sono decisamente aumentati. Il picco è in anticipo rispetto agli anni passati e probabilmente avremo un maggior numero di casi. Inoltre stiamo tirando le somme anche della campagna vaccinale che è determinante per definire quante persone si ammaleranno. Stimiamo che probabilmente a metà gennaio raggiungeremo l’apice della parabola e sarà un picco superiore a quello ipotizzato».
Per quanto riguarda il vaccino anti-influenzale a chi è raccomandato? È necessario solo per le categorie a rischio?
«In realtà, nessuno sa esattamente chi si ammala d’influenza, ma studiando la casistica nel dettaglio risulta evidente che ad ammalarsi di più sono i bambini e i giovani. Gli anziani si ammalano poco perché sono vaccinati, invece la popolazione giovanile è fortemente colpita. Dunque, chi si deve vaccinare di più? Quelli che si ammalano di più. È consuetudine che si scambia la gratuità del vaccino erogato dal Servizio sanitario nazionale che per gli over 65, con il fatto che non sia utile per tutti. Noi dovremmo fare una vaccinazione intensiva per tutte le fasce di età. Infatti il vaccino impedisce l’effetto ‘cloud’, cioè il contagio intenso e aggressivo nei momenti di picco massimo. Anche la categoria dei medici dovrebbe vaccinarsi. I professionisti sanitari infatti sono i principali untori di influenza essendo sempre a contatto con la popolazione. Ribadisco che è importante usufruire della vaccinazione anti-influenzale al di là della gratuità fornita dal Servizio sanitario nazionale».
In Europa si parla insistentemente di influenza aviaria. Arriverà anche in Italia?
«L’influenza aviaria è una malattia. Il virus responsabile dell’influenza, o meglio i ceppi virali responsabili dell’influenza aviaria, ormai sono stabilmente presenti nel mondo e non c’è nessuna possibilità che scompaiano. I virus sono una specie di ‘nuvola’ che pervade il mondo e si sposta dove trova ospiti. Gli ospiti a loro volta diffondono la malattia. Dunque che ci sia un ciclico ritorno del virus dell’aviaria è assolutamente inevitabile, sta a noi mettere in atto tutte quelle procedura che ne impediscono la riacutizzazione e quindi la diffusione in forme sia leggere che più gravi».
Per un ulteriore approfondimento: Aviaria, a New York primo caso di trasmissione da gatto a uomo