Lo testimonia una survey anonima che ha collezionato i sintomi Covid-like in 14mila tra studenti e personale dell’ateneo. I più colpiti giovani, fumatori e sovrappeso
Un contagiato da Sars-CoV-2 su 10 all’interno dell’università Statale di Milano. Una survey a cui si sono sottoposte 14mila persone fra studenti e personale, condotta nel periodo tra il 14 e il 30 aprile 2020, attesta questo risultato. Il questionario includeva una serie di domande sui sintomi correlati a Covid-19 (febbre, cefalea, raffreddore, tosse, anosmia, disturbi gastrointestinali, e separatamente febbre oltre 38,5° C) nelle tre settimane precedenti. «La nostra indagine – spiegano gli autori – conferma che circa il 10% della nostra comunità accademica sarebbe stata affetta dalla malattia», anche considerando che non tutti i sintomi sono riconducibili al Covid-19.
L’indagine epidemiologica è stata coordinata dall’epidemiologo Carlo La Vecchia e supportata tecnicamente dal Ctu, il centro per l’innovazione didattica e le tecnologie multimediali di ateneo. «Questi dati confermano pertanto che, anche ignorando i casi asintomatici, Covid-19 ha colpito una parte sostanziale della comunità accademica in marzo e aprile, ampiamente superiore rispetto ai casi registrati», dichiarano i ricercatori. Nel periodo preso in esame 217 persone hanno eseguito almeno un tampone e di queste, 46 erano risultate positive.
Quanto alla prevalenza di sintomi Covid-like, nel periodo dal 24 marzo al 30 aprile ne ha riportati il 21,8% dei partecipanti alla survey (3.138 persone), e l’1,5% (219 persone) ha segnalato febbre superiore a 38,5° C. La frequenza di chi ha riferito sintomi era simile in donne e uomini, leggermente più alta nei giovani (in larga parte studenti), nei fumatori e nei soggetti sovrappeso, elencano i ricercatori.
La giovane età della maggioranza della popolazione indagata, fanno notare, suggerisce che «una proporzione rilevante di tali sintomi possa essere attribuita a Covid-19, e non a patologie croniche eventualmente associate a tali sintomi principalmente nei soggetti più anziani». L’indagine ha fotografato anche un minor rischio relativo di sintomi moderati-gravi nelle donne, tipico di Covid. Il 64% dei soggetti con sintomi ha riportato almeno un coabitante con sintomi, rispetto al 14% dei soggetti asintomatici.
«Siamo soddisfatti e orgogliosi dell’ampia adesione dell’ateneo a questa indagine – commenta Maria Pia Abbracchio, prorettrice a Strategie e politiche della ricerca –. Non solo il personale sanitario e i ricercatori, ma tutte le componenti della nostra università, inclusa quella studentesca, fanno la loro parte nella risposta a Covid-19».
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