Per sfruttare al meglio l’indice di vulnerabilità, i mmg hanno redatto e condiviso un documento di consenso, con SIMIT e SIFO, per creare una coalizione tra medicina di territorio e centri specialistici
Stimare il rischio di un paziente che contrae il Sars-CoV-2 di sviluppare una forma grave della malattia è possibile. «Nelle cartelle di ogni paziente in carico ai medici di medicina generale è presente un indice di vulnerabilità, o di fragilità – spiega Claudio Cricelli, presidente SIMG, la Società Italiana Medicina Generale e delle Cure Primarie -. Si tratta di uno strumento prezioso che offre la possibilità di individuare immediatamente i pazienti che, se contagiati dal Covid-19, in virtù della loro elevata vulnerabilità, devono essere subito sottoposti a trattamenti specifici, primi fra tutti gli anticorpi monoclonali».
Per sfruttare al meglio questo strumento in loro possesso, l’indice di vulnerabilità, i mmg hanno redatto e condiviso un documento di consenso, “SARS-COV-2: diagnosi precoce e migliore accesso alle cure per i pazienti fragili. La necessità di una coalizione tra medicina di territorio e centri specialistici”, con la Società Italiana di malattie Infettive e Tropicali (SIMIT), la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera (la SIFO), con il contributo dell’onorevole Ianaro della XII Commissione della Camera dei Deputati e di Cittadinanzattiva.
«Sensibilizzare i medici delle diverse specialità, creare un protocollo condiviso e porre la pietra miliare per un’alleanza tra medico di comunità e centri specialistici, volta a favorire un trattamento tempestivo e maggiormente efficace del Covid-19, sono gli obiettivi comuni alle tre società scientifiche che hanno aderito al documento – continua Cricelli -. Solo garantendo una diagnosi precoce è possibile, infatti, utilizzare gli anticorpi monoclonali che rappresentano, di fatto, l’unico vero trattamento terapeutico, diretto ed efficace contro il Sars-CoV-2. Questi farmaci possono essere utilizzati per il trattamento di pazienti non ospedalizzati, maggiori di 12 anni, non in ossigeno terapia e che presentino un rischio di malattia severa. Gli anticorpi monoclonali sono in grado di bloccare l’evoluzione della patologia in più del 95% dei casi. Tuttavia – aggiunge il presidente SIMG – hanno un grosso limite: il tempo. Devono essere utilizzati entro 3-5 giorni dalla comparsa dell’infezione».
Il documento ha assunto un valore ancora più strategico in questo particolare periodo in cui l’aumento dei contagi e la diffusione della nuova variante Omicron, hanno innalzato il livello di allerta.
«Stiamo valutando con estrema attenzione non soltanto la diffusione della variante, che ancora per fortuna è poco presente in Italia, ma anche la sua evoluzione dal punto di vista virologico, delle manifestazioni, della pericolosità e della complessità epidemiologica. Questo perché siamo perfettamente consapevoli che, se alcuni dati preliminari verranno confermati, in particolare quello sulla rapidità di diffusione e sulla facilità di contagio, ci troveremo presto in un periodo – che non è possibile stimare con certezza e che varia dai primi giorni alla fine del mese di gennaio – di fronte ad un numero elevatissimo di persone contagiate dalla variante Omicron».
Per le imminenti festività natalizie l’attenzione deve essere massima: «La maggior parte dei contagi avviene tra le mura domestiche. Sono soprattutto bambini, adolescenti, persone non vaccinate a trasmettere il virus. Quindi, è sulle famiglie che i mmg di tutta Italia stanno concentrando la loro attenzione, non soltanto per osservare e monitorare, ma anche per offrire supporto e consigli – sottolinea Claudio Cricelli -. La presenza della variante Omicron rende ancora più urgente la vaccinazione e la registrazione di farmaci antivirali e delle altre terapie per contrastare l’infezione da Sars-CoV-2. Diventa fondamentale dotarsi di strumenti terapeutici come gli anticorpi monoclonali, gli antivirali e gli inibitori delle proteasi, con particolare riguardo per quelli che si dimostreranno efficaci anche contro queste mutazioni, poiché – conclude – aumenterà sicuramente il numero di persone non solo contagiate, ma anche ammalate».
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