Salute 17 Giugno 2022 10:41

Infarto: come riconoscerlo e cosa fare

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo occidentale. In Europa sono oltre 4 milioni le persone che ogni anno perdono la vita a causa di esse. Tra queste l’infarto rappresenta oggi la principale causa di morte anche in Italia. L’infarto del miocardio si verifica quando si ha un’occlusione parziale o totale […]

di dottoressa Laura Limardo, NurseLifeApp

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nel mondo occidentale. In Europa sono oltre 4 milioni le persone che ogni anno perdono la vita a causa di esse. Tra queste l’infarto rappresenta oggi la principale causa di morte anche in Italia.

L’infarto del miocardio si verifica quando si ha un’occlusione parziale o totale di un’arteria coronarica a causa della presenza di un trombo, impedendo così il normale flusso di sangue ed ossigeno, e causando così una necrosi del tessuto. Dunque è fondamentale il fattore tempo in quanto un infarto del miocardio può essere fatale. L’infarto nella maggior parte dei casi è prevedibile in quanto esistono dei fattori di rischio che permettono di riconoscerlo in maniera tempestiva. Esistono fattori di rischio non modificabili (età, sesso e familiarità) e fattori di rischio modificabili (fumo, sedentarietà, alcool, scorretta alimentazione), spesso causa di diabete, ipertensione arteriosa, alti livelli di colesterolo nel sangue e obesità.

Come si presenta l’infarto in uomini e donne?

Oggi si pensa che l’infarto del miocardio riguardi soprattutto gli uomini e poco le donne. Questo è sicuramente vero fino all’età della menopausa, grazie alla protezione ormonale. In seguito, però le donne vengono colpite in misura maggiore in quanto i sintomi dell’infarto si presentano in modo meno evidente: a volte non presentano dolore, oppure si presenta in altra sede o è confuso con disturbi gastrici.

I sintomi sono:

  1. Dolore toracico (intenso, acuto, costrittivo, nel centro del petto, anche a riposo, senza interruzione, oppure episodi di dolore che aumentano di frequenza ed intensità, oppure dolore nella parte alta dello stomaco. Di solito il dolore prolungato si estende verso la spalla sinistra, braccio sinistro, mandibola, schiena)
  2. Nausea e vomito
  3. Sudorazione
  4. Difficoltà a respirare
  5. Sensazione di svenimento
  6. Ansia, pallore, agitazione
  7. Vertigini

Cosa fare se si sospetta un infarto? Agire immediatamente

Innanzitutto chiamare il 118 oppure farsi accompagnare in ospedale. Mai mettersi alla guida da soli. Durante l’attesa dei soccorsi, evitare qualsiasi sforzo, mettersi seduto con il busto eretto favorendo così una buona respirazione. Fondamentale sono una diagnosi e un trattamento terapeutico precoce. Riconoscendo immediatamente i segni e i sintomi di un infarto del miocardio si aumentano le possibilità di sopravvivenza e di recupero. Altrettanto importante è che gli individui già precedentemente colpiti da un infarto seguano alla lettera le indicazioni ricevute dagli operatori sanitari, che possono essere quelle di assumere farmaci come aspirina o nitroglicerina in attesa di arrivo dei soccorsi.

La terapia farmacologica d’urgenza è rappresentata dall’acronimo M.A.N.O (morfina, aspirina, nitrati ed ossigeno), successivamente il paziente verrà sottoposto ad un’angioplastica, procedura che permette la rivascolarizzazione del vaso arterioso colpito. Questa procedura viene effettuata tramite l’inserimento di un catetere, di solito attraverso l’arteria radiale, a volte anche femorale, che giunge a livello delle arterie coronarie. In prossimità dell’ostruzione di solito si applica uno o più stent dei tubi metallici che permettono la riapertura del vaso; oppure qualora il paziente non fosse idoneo all’angioplastica, la procedura più idonea è il bypass. Queste procedure altamente specifiche hanno bisogno di personale specializzato e di ospedali al cui interno abbiano la terapia intensiva cardiaca e il reparto di cardiochirurgia.

La prevenzione: come farla

L’obiettivo fondamentale dopo un evento acuto di questo entità è la prevenzione. Una volta definita la terapia farmacologica che il paziente dovrà assumere, è fondamentale lavorare sui fattori di rischio come smettere di fumare riduce del 50% le possibilità di un altro infarto, fare attività fisica moderata in un primo periodo, mangiare correttamente evitando cibi ricchi di grassi animali e ricchi di sodio, monitorare il peso corporeo tenendolo entro certi limiti che si differenzia da persona a persona, evitare alcoolici e tenere monitorata la situazione attraverso visite ambulatoriali periodiche. Inoltre è importante riprendere in maniera graduale la propria vita sia sociale che lavorativa, cercando di organizzare meglio le giornate, riducendo lo stress e concedendosi quando possibile dei momenti di relax.

Tutti questi comportamenti possono essere assimilati dal paziente tramite la riabilitazione cardiologica che deve essere effettuata dopo l’evento acuto in strutture specialistiche e secondo degli schemi di riabilitazione legati alle condizioni del soggetto che prevedono esercizio fisico, interventi educazionali e psico-comportamentali. I benefici e gli effetti preventivi della riabilitazione cardiovascolare sono: riduzione e controllo della sintomatologia cardiaca, miglioramento della tolleranza allo sforzo e della capacità lavorativa. È importante seguire un corretto piano di riabilitazione cardiologica subito dopo l’evento acuto, ma soprattutto dopo il ritorno a casa, durante la vita quotidiana.

 

 

Dott.ssa Laura Limardo

NurseLifeApp

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Cure cardiovascolari a prova di pandemia e clima. Italia in prima linea nel progetto europeo RESIL-Card
La Società Italiana di Cardiologia interventistica (GISE) prende parte al consorzio europeo RESIL-Card che punta a rendere il sistema di assistenza e cure cardiovascolari più resilienti nelle crisi
di V.A.
Dolore toracico, con tecnologie di precisione meno morti e infarti
L’impiego selettivo della Tac coronarica integrata con la FFRct (fractional flow reserve CTderived) riduce il rischio di morte e di infarto del 65%, evitando esami invasivi non necessari. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso da due analisi dello studio clinico internazionale PRECISE, pubblicato sulla rivista Jama Cardiology
di V.A.
Cuore in pericolo per i nottambuli, rischio raddoppiato di calcificazione delle arterie
Le persone che tendono ad andare a letto più tardi, i cosiddetti nottambuli o "gufi", hanno un rischio quasi due volte maggiore di soffrire di calcificazione delle arterie, una complicazione che aumenta le probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari. Questi sono i risultati di uno studio dell’Università di Göteborg, in Svezia, pubblicato sulla rivista Sleep Medicine
Colesterolo: nuovo farmaco a mRNA lo dimezza con 2 dosi l’anno
In occasione dell'84esimo congresso nazionale della Società italiana di cardiologia, sono molte le novità presentate dagli specialisti relative al controllo del colesterolo "cattivo": dall'uso precoce dei superfarmaci allo sviluppo di una nuova terapia a mRNA
PFAS aumentano il colesterolo, il rischio infarto cresce nelle zone inquinate
Secondo un nuovo studio dell'Università di Padova, i PFAS farebbero aumentare i livelli di colesterolo, e di conseguenza il rischio di infarto. I risultati, pubblicati sulla rivista Toxicology Reports, dimostra che nella popolazione residente in zone contaminate da PFAS la percentuale dei soggetti con elevati livelli di colesterolo nel sangue è più del doppio rispetto alla popolazione generale di controllo
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

IMPACT FACTOR: AMILOIDOSI CARDIACA: diagnosi differenziale e gestione multidisciplinare

In questa puntata parliamo di una patologia complessa, caratterizzata dall’accumulo anomalo di proteine amiloidi nel cuore, che porta a un progressivo deterioramento della funzionalità ca...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...