Salute 1 Settembre 2023 13:00

Infarto: per gli anziani è efficace lo stesso trattamento dei giovani

In caso di attacco cardiaco gli anziani dovrebbero ricevere lo stesso trattamento dei giovani. Lo dimostra uno studio coordinato da scienziati italiani e pubblicato sul The New England Journal of Medicine

Infarto: per gli anziani è efficace lo stesso trattamento dei giovani

In caso di attacco cardiaco gli anziani dovrebbero ricevere lo stesso trattamento dei giovani. Sono sorprendenti i risultati dello studio FIRE- FunctIonal assessment in Elderly MI patients  («Rivascolarizzazione guidata dalla fisiologia coronarica in pazienti anziani con infarto»), promosso dall’Unità Operativa di Cardiologia dell’Ospedale di Cona (Fe), diretta da Gabriele Guardigli. I risultati, presentati in occasione del congresso annuale della Scoetà europea di cardiologia, che si è tenuto ad Amsterdam, e pubblicati sulla rivista The New England Journal of Medicine, sono destinati a rivoluzionare l’approccio terapeutico nei confronti dell’infarto miocardico nelle persone anziane.

Lo studio colma un «buco di informazione clinica»

La Cardiologia dell’ospedale di Cona ha ideato e condotto uno studio clinico randomizzato per colmare un «buco di informazione clinica». Sono stati arruolati 1.445 pazienti con almeno 75 anni di età, ricoverati per infarto miocardico acuto e malattia coronarica multivasale, ovvero una lesione che era responsabile dell’evento acuto e altre lesioni già presenti ma che ancora non avevano dato segno di sé. Lo studio è durato complessivamente 5 anni e ha interessato 30 centri tra Italia, Spagna e Polonia. Sebbene si osservi un costante e graduale invecchiamento della popolazione e sempre più persone anziane sono ricoverate in ospedale con patologie potenzialmente fatali – come l’infarto miocardico acuto – gli studi focalizzati sui pazienti anziani e sul loro trattamento ottimale sono pochi.

Il trattamento dell’infarto miocardico acuto si basava solo su studi condotti su giovani

Quindi, nella pratica clinica quotidiana i medici spesso si trovavano a curare pazienti anziani e fragili con informazioni ricavate da studi che avevano arruolato pazienti con 20 anni di meno. Non fa eccezione il trattamento ottimale dei pazienti con infarto miocardico acuto. Mentre è dimostrato che trattare con angioplastica coronarica tutte le lesioni presenti nelle coronarie (i 3 piccoli vasi che portano il sangue e quindi ossigeno e nutrimento al cuore) del paziente più giovane (età media 60-65 anni) con infarto miocardico è associato a una prognosi migliore, non era noto se lo stesso approccio fosse utile in pazienti più anziani. I pazienti anziani sono più soggetti a complicanze sia durante l’intervento di angioplastica, sia durante la terapia farmacologica che è necessaria dopo l’impianto di stent. Quindi non si avevano dati certi che un trattamento estensivo, e non limitato solo alla lesione responsabile dell’infarto, fosse vantaggioso e protettivo come per i pazienti più giovani.

La strategia di rivascolarizzazione completa preventiva è ottimale anche per gli anziani

Lo studio ha dunque confrontato due strategie. La prima era trattare con l’angioplastica solo la lesione responsabile dell’infarto, mentre la seconda prevedeva di trattare la lesione responsabile dell’infarto e preventivamente anche tutte le altre lesioni in grado di generare ischemia, ovvero sofferenza, nel cuore. I dati emersi dalla ricerca sono stati tutti a favore di una strategia di rivascolarizzazione completa preventiva. L’obiettivo primario dello studio (morte, reinfarto, stroke e necessità di ulteriore angioplastica) è stato ridotto del 27%. Questo significa che trattando 19 pazienti si riesce ad evitare uno di questi eventi. Inoltre, la strategia di rivascolarizzazione completa ha ridotto del 36% il rischio di morte per causa cardiovascolare e reinfarto. Tutto questo vantaggio era ottenuto senza aumentare il rischio di infarto durante le procedure, insufficienza renale da mezzo di contrasto o altre complicanze quali l’ictus.

I risultati sul trattamento dell’infarto nell’anziani sono sorprendenti e inattesi

«Lo studio – riassume Simone Biscaglia della Cardiologia dell’Ospedale S. Anna di Ferrara – ha richiesto tra ideazione, autorizzazione, attivazione centri, arruolamento pazienti e follow-up oltre 5 anni di lavoro. Abbiamo collaborato con oltre 30 centri tra Italia, Spagna e Polonia, il tutto coordinato proprio da Ferrara. Lo studio ha dimostrato, dato inatteso da molti colleghi che sono rimasti sorpresi all’anteprima dei dati forniti ad Amsterdam, che una strategia di rivascolarizzazione completa è vantaggiosa anche in pazienti anziani. Addirittura, abbiamo dimostrato che è in grado di ridurre già a un anno il rischio non solo di recidiva di infarto miocardico, ma anche di morte per cause cardiovascolari. Questo dato è sorprendente. Infatti, i pazienti anziani colpiti da infarto miocardico purtroppo hanno ancora un rischio di mortalità alto a 1 anno dall’infarto, ma una angioplastica coronarica eseguita con tecniche moderne, stent di ultima generazione e su tutte le lesioni che possono indurre ischemia al cuore è capace di ridurre la mortalità e il rischio di recidive».

Nel mondo un paziente su 22 avrà la vita salva grazie alla strategia studiata nel FIRE

«Uno studio del genere è una grande vittoria per il sistema sanitario pubblico», commenta Gianluca Campo, responsabile dello studio clinico insieme a Biscaglia. «Lo studio – conclude Guardigli – non promuove uno stent o un farmaco, ma si occupa di pazienti che spesso sono trattati con dubbi e difficoltà nelle cardiologie di tutto il mondo. Lo studio fin dal principio è stato condotto per dare una risposta che aiuti i pazienti più deboli e permetta loro di ricevere il trattamento più giusto e corretto. Ora i medici di tutto il mondo sanno che ogni 22 pazienti che trattano uno avrà la vita salvata proprio grazie alla strategia che abbiamo studiato nel FIRE».

 

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Rischio cardiovascolare al femminile, le donne italiane lo sottostimano
La maggior parte delle donne italiane sottostima il proprio rischio cardiovascolare, non conosce tutti i fattori di rischio, e anche quando li conosce, non migliora il proprio stile di vita. È quanto emerge dallo studio CARIN WOMEN condotto da A.R.C.A. (Associazioni Regionali Cardiologi Ambulatoriali) , realizzato con il contributo non condizionante di Daiichi Sankyo Italia
Anziani e salute, Iss: “Uno su quattro rinuncia alle cure”
L'Iss: "La rinuncia alle cure è risultata più frequente fra le persone socialmente più svantaggiate o per bassa istruzione e fra i residenti nelle regioni del Centro e Sud d’Italia"
di I.F.
Ictus cerebrale, il cuore gioca un ruolo cruciale. La fibrillazione atriale è tra i principali fattori di rischio
Il cuore gioca un ruolo cruciale nell’insorgenza dell’ictus cerebrale, essendone la fibrillazione atriale una delle principali cause. Ma non tutti sono a conoscenza di questo legame pericoloso e A.L.I.Ce. Italia Odv, in occasione di aprile mese della prevenzione, intende sensibilizzare le persone sull’importanza di non sottovalutare lo stretto rapporto tra cuore e cervello
di V.A.
Cure cardiovascolari a prova di pandemia e clima. Italia in prima linea nel progetto europeo RESIL-Card
La Società Italiana di Cardiologia interventistica (GISE) prende parte al consorzio europeo RESIL-Card che punta a rendere il sistema di assistenza e cure cardiovascolari più resilienti nelle crisi
di V.A.
Dolore toracico, con tecnologie di precisione meno morti e infarti
L’impiego selettivo della Tac coronarica integrata con la FFRct (fractional flow reserve CTderived) riduce il rischio di morte e di infarto del 65%, evitando esami invasivi non necessari. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerso da due analisi dello studio clinico internazionale PRECISE, pubblicato sulla rivista Jama Cardiology
di V.A.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia. Grazie e auguri a tutti i lettori!

Sanità Informazione sospende gli aggiornamenti per la pausa natalizia e, ringraziando tutti i suoi lettori, augura a tutti feste serene dando appuntamento al 7 gennaio 2025
Advocacy e Associazioni

Disabilità: ecco tutte le novità in vigore dal 1° Gennaio 2025

L’avvocato Giovanni Paolo Sperti, in un’intervista a Sanità Informazione, spiega quali saranno le novità in tema di legge 104/1992, indennità di accompagnamento e revi...
Advocacy e Associazioni

Natale, successo virale per il video dei ragazzi dell’Istituto Tumori di Milano

Il video di ‘Palle di Natale’ (Smile, It’s Christmas Day), brano scritto e cantato dagli adolescenti del Progetto giovani della Pediatria dell’Int, in sole 24 ore è stat...
Advocacy e Associazioni

Amiloidoisi cardiaca: “L’ho scoperta così!”

Nella nuova puntata di The Patient’s Voice, Giovanni Capone, paziente affetto da amiloidosi cardiaca racconta la sua storia e le difficoltà affrontate per arrivare ad una diagnosi certa. ...
Prevenzione

Ecco il nuovo Calendario per la Vita: tutte le vaccinazioni secondo le ultime evidenze scientifiche

Il documento affronta tutti gli strumenti per la prevenzione, dai vaccini contro il COVID-19 agli strumenti per combattere l’RSV, passando per i vaccini coniugati contro lo Pneumococco e quello ...