In particolare ciò che preoccupa l’Oms sono quattro malattie sessualmente trasmissibili curabili: sifilide, gonorrea, clamidia e tricomoniasi. Infezioni che causano più di un milione di nuovi casi al giorno, in particolare nelle Americhe e nella regione africana
Aumentano, nel mondo, i casi di infezioni sessualmente trasmissibili. È l’allarme lanciato dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui epidemie globali di HIV, epatite virale e infezioni sessualmente trasmissibili continuano a porre sfide significative per la salute pubblica, causando 2,5 milioni di morti ogni anno. In particolare ciò che preoccupa l’Oms sono quattro malattie sessualmente trasmissibili curabili: sifilide, gonorrea, clamidia e tricomoniasi. Infezioni che causano più di un milione di nuovi casi al giorno, in particolare nelle Americhe e nella regione africana. I dati dell’Oms rilevano, inoltre un preoccupante aumento della sifilide adulta e materna (1,1 milioni). Nel 2022 sono stati registrati 230mila decessi correlati alla sifilide e i nuovi casi di sifilide tra gli adulti di età compresa tra le 49 anni sono aumentati di oltre un milione, raggiungendo gli 8 milioni.
La sifilide, a livello mondiale, è la terza infezione sessualmente trasmessa più diffusa dopo la clamidia e la gonorrea. Il contagio avviene attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale e orale) e con il sangue. Una madre infetta può trasmettere la sifilide al nascituro durante la gravidanza (via transplacentare), attraverso il passaggio nel canale del parto e con l’allattamento. “Il rischio di trasmissione madre-feto – come spiegato dagli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità sulla pagina del sito web dedicata – è basso prima del 3° mese e aumenta con il progredire della gestazione. Il fattore più importante nel determinare la probabilità di trasmissione verticale è lo stadio della sifilide nella mamma: probabilità alta in caso di madre con sifilide primaria o secondaria, intermedia in caso di madre con infezione latente, bassa in caso di infezione tardiva. La gravità dell’infezione fetale non trattata è tanto maggiore quanto più precoce è l’infezione. Oltre la sifilide congenita, le conseguenze includono complicanze ostetriche quali l’aborto tardivo, la morte in utero, l’idrope fetale, il ritardo della crescita e il parto pretermine”.
I nuovi dati mostrano anche un aumento della gonorrea multiresistente. Nel 2023, degli 87 paesi in cui è stata condotta una sorveglianza rafforzata per la resistenza antimicrobica nella gonorrea, nove paesi hanno riportato livelli elevati (dal 5% al 40%) di resistenza al ceftriaxone, il trattamento per la gonorrea. Indipendente dalle modalità di trasmissione, una volta avvenuta l’esposizione all’agente infettivo, questo aderisce alle cellule epiteliali e s’insedia nelle mucose delle vie uro-genitali, anali o orali, dove provoca l’infezione. La gonorrea si contrae con qualsiasi forma di contatto sessuale non protetto, dal coito alla fellatio, dai rapporti anali al cunnilingus e, più raramente, tramite esposizione indiretta a secrezioni infette (es. uso promiscuo di biancheria o sex toys).
Resta inoltre elevato il numero di decessi correlati all’HIV, 630mila nel 2022, il 13% dei quali in bambini di età inferiore ai 15 anni. “Abbiamo gli strumenti per porre fine a queste epidemie come minacce per la salute pubblica entro il 2030 ma dobbiamo garantire che, nel contesto di un mondo sempre più complesso, i paesi facciano tutto ciò che è in loro potere per raggiungere gli ambiziosi obiettivi che si sono prefissati”, spiega Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms che ha anche sottolineato come non mancano i progressi in questo campo. L’Oms ha certificato l’eliminazione della trasmissione da madre a figlio dell’HIV e della sifilide in 19 paesi. Il Botswana e la Namibia sono sulla strada dell’eliminazione dell’HIV. A livello globale, la copertura del trattamento dell’HIV ha raggiunto il 76% e il 93% delle persone in trattamento che ha avuto la carica virale soppressa. Continuano infine gli sforzi per aumentare la vaccinazione e il test Hpv tra le donne sieropositive.
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