Salute 13 Maggio 2020 11:13

Infezioni virali, la prima difesa è il nostro sistema immunitario. Ecco come prendercene cura

Migliaccio (Sisa): «Esiste una predisposizione genetica, ma il sistema immunitario può essere compromesso dallo stress, rinforzato dall’alimentazione e influenzato da meccanismi psicologici e dall’attività fisica»

di Isabella Faggiano

In attesa che un vaccino possa renderci immuni al Covid-19 o che una terapia possa curare in modo efficace chi ha già contratto il virus, tutti possiamo provare a difenderci utilizzando un’arma già presente nel nostro organismo: il sistema immunitario. «Ma affinché ci protegga, dobbiamo prendercene cura», raccomanda Silvia Migliaccio, segretario nazionale della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione, professore all’università del Foro italico di Roma e specialista in endocrinologia, malattie metaboliche e nutrizione umana, nonché tra i principali esperti coinvolti nei corsi ECM FAD su “Nutrizione ai tempi del coronavirusorganizzati da Consulcesi.

«Il sistema immunitario – continua la docente  – è la prima difesa dell’organismo contro agenti infettivi che possono alterare e compromettere il nostro benessere. Per proteggerci utilizza cellule, i linfociti, in grado di attaccare o eliminare germi, batteri, virus ed anche cellule neoplastiche».

Ad influenzare, positivamente o negativamente, il suo funzionamento ci sono una serie di fattori: «Innanzitutto – continua Migliaccio – esiste una predisposizione genetica. Poi, il sistema immunitario può essere compromesso dallo stress, rinforzato dall’alimentazione e influenzato da meccanismi psicologici e dall’attività fisica».

LEGGI ANCHE: COVID-19, COME E’ STATA AFFRONTATA LA PANDEMIA IN CINA? I MANUALI DI WUHAN DIVENTANO UN CORSO DI FORMAZIONE

Nutrirsi in modo equilibrato è una delle regole fondamentali: «Una sana alimentazione, soprattutto ben dosata per il mantenimento del peso corporeo ottimale, è necessaria per non compromettere il funzionamento del sistema immunitario. Un eccesso di peso, come l’obesità, o una carenza, come la magrezza eccessiva, possono pregiudicare  la capacità di autodifesa del nostro organismo».

La dieta ideale è quella mediterranea «nominata patrimonio immateriale dell’umanità – sottolinea la nutrizionista – non solo per la sua importanza culturale, ma perché numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato come l’aderenza a questo regime alimentare possa indurre benessere e prevenire patologie metaboliche croniche».

E quali sono gli ingredienti di questa dieta “del benessere”? «Almeno 5 porzioni quotidiane tra frutta e verdura – risponde Migliaccio -, poiché questi alimenti sono ricchi di fibre, antiossidanti, vitamine, tutti elementi fondamentali per l’ottimizzazione ed il funzionamento del sistema immunitario. Poi, è importante introdurre anche la giusta quantità di carboidrati che forniscono energia all’organismo. Carboidrati in maggioranza complessi, come pasta, cereali, legumi, preferibilmente integrali. Anche le proteine sono importanti, perché dotano il nostro organismo dei costituenti fondamentali per la riproduzione delle cellule del sistema immunitario. Proteine che possiamo assumere mangiando carne, pesce, uova, latte, latticini e legumi».

Ultima, ma non per importanza, è la vitamina D, i cui benefici negli ultimi anni sono sempre più studiati. «La vitamina D non è soltanto una vitamina, ma soprattutto un ormone prodotto a livello cutaneo dal nostro organismo. E per attivarne la produzione è importante esporsi ai raggi solari almeno per 15-20 minuti al giorno. Nei soggetti anziani se ne riscontra spesso una carenza poiché con l’avanzare dell’età diminuisce la capacità di auto-produrla. La vitamina D è presente anche in alcuni alimenti grassi come lo sgombro, il salmone, il burro e i formaggi. Tuttavia, potrebbe risultare insufficiente l’introduzione attraverso questi alimenti, poiché non ne contengono in dosi elevate».

LEGGI ANCHE: COVID-19, FASE 2. L’ESPERTO: «ECCO I CIBI PER REINTEGRARE LA VITAMINA D DOPO LA QUARANTENA»

Ma non è tutto. «L’equilibrio tra tutti questi nutrienti serve anche a mantenere il benessere intestinale e la funzione del microbiota – sottolinea l’esperta -, ovvero tiene in vita una serie di microrganismi che convivono nel nostro organismo, necessari non solo al buon funzionamento del sistema intestinale, ma anche alla modulazione ed all’attività del sistema immunitario».

Integratori sì o integratori no? «Sì e no- risponde Migliaccio -. Se la nostra dieta non è sufficiente ad apportare tutti quei macro e micronutrienti necessari al mantenimento del benessere dell’organismo, allora integratori sì. Se l’alimentazione è completa, adeguata ed equilibrata non vi è necessità. In ogni caso, prima di assumerli – conclude la docente – confrontiamoci sempre con il nostro medico di riferimento».

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
La neuroscienziata Arianna Di Stadio: “Proteggiamo il cervello con l’alimentazione”
Il nostro cervello può essere protetto dall'invecchiamento grazie all'alimentazione. A spiegarlo è Arianna di Stadio, attualmente docente di Otorinolaringoiatria all’Università di Catania e ricercatore onorario all’UCL Queen Square Neurology di Londra, intervistata da Sanità Informazione
Oms: «Da diete malsane 8 milioni di morti». Schillaci: «Alimentazione mediterranea va studiata a scuola»
In occasione della sessione «Healthy Diets, Cultures and Tradition: Lessons from the Mediterranean Diet», prevista nell'ambito del vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite, il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus sottolinea l'importanza di seguire una dieta sana
Intestino e cervello si parlano, il ruolo della dieta mediterranea nella prevenzione delle malattie neurodegenerative
«Il ruolo della dieta nello sviluppo delle disfunzioni correlate all’insorgenza delle malattie infiammatorie croniche, tra cui quelle neuro-infiammatorie, sta diventando, grazie ai numerosi studi clinici condotti negli ultimi anni, sempre più chiaro» sottolinea Annalisa Noce, Professore Associato di Nefrologia presso l'Università degli Studi di Roma, Tor Vergata
L’influenza «maschile» esiste: un cromosoma in meno rende gli uomini più vulnerabili
Non è questione di scarsa resistenza o capacità di sopportazione. L'influenza colpisce più duramente gli uomini che le donne, per davvero. A confermare l'esistenza della cosiddetta «influenza maschile» è un nuovo studio dell’Università della California a Los Angeles (UCLA), pubblicato sulla rivista Nature Immunology. In generale, le donne tendono ad avere sistemi immunitari più forti e questo potrebbe essere dovuto al fatto che le donne hanno due cromosomi X, mentre gli uomini ne hanno solo uno
Quando le infezioni ripetute sono pericolose?
Si stima che la maggior parte della popolazione mondiale sia stata contagiata dal virus Sars-CoV-2 almeno una volta. Quanto danno causeranno queste infezioni ripetute è ancora oggi oggetto di dibattito
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"
Advocacy e Associazioni

Percorso Regolatorio farmaci Aifa: i pazienti devono partecipare ai processi decisionali. Presentato il progetto InPags

Attraverso il progetto InPags, coordinato da Rarelab, discussi 5 dei possibili punti da sviluppare per definire criteri e modalità. Obiettivo colmare il gap tra Italia e altri Paesi europei in ...
Advocacy e Associazioni

Disability Card: “Una nuova frontiera europea per i diritti delle persone con disabilità”. A che punto siamo

La Disability Card e l'European Parking Card sono strumenti che mirano a facilitare l'accesso ai servizi e a uniformare i diritti in tutta Europa. L'intervista all'avvocato Giovanni Paolo Sperti, seg...