Lo studio ha coinvolto 2.364 persone tra i 24 e i 58 anni, tutte seguite per 18 anni. I livelli di infiammazione dei partecipanti sono stati misurati all’inizio dello studio e altre tre volte nel corso del tempo
Avere livelli elevati di infiammazione sin da giovani, a 20-30 anni, può indurre problemi di memoria e deficit cognitivi nella mezza età. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Neurology, che ha analizzato i livelli di proteina C-reattiva (CRP) nel sangue. La CRP è prodotta dal fegato e aumenta proprio in caso di infiammazione dell’organismo. “L’infiammazione in tarda età è stata già collegata al rischio di demenza e al declino cognitivo da precedenti studi – spiegano gli autori nell’abstract della ricerca -, ma si sa meno sull’infiammazione che si manifesta precocemente, sin da giovani, e soprattutto se questo stato può influenzare le capacità cognitive negli anni a venire”.
Che l’infiammazione cronica non possa essere considerata sana è un dato di fatto. Ed è proprio partendo da questo presupposto che gli studiosi hanno avviato la ricerca in questione. L’infiammazione cronica è definita tale quando è di basso grado, ma persiste per mesi o addirittura anni in tutto il corpo. Può essere causata da disturbi autoimmuni, come l’artrite reumatoide o la sclerosi multipla, stress fisico o altre cause. I sintomi dell’infiammazione cronica includono dolore o rigidità articolare, problemi digestivi e affaticamento. “L’infiammazione in età avanzata è stata collegata al rischio di demenza e ai primi segni di declino cognitivo – spiega l’autrice dello studio Kristine Yaffe dell’Università della California, San Francisco -. Il nostro studio ha scoperto che avere un’infiammazione costantemente alta o moderata a partire dalla giovane età adulta può influire negativamente sulla capacità di una persona di pianificare, concentrarsi e gestire più compiti, nonché sulla velocità di elaborazione delle informazioni nella mezza età”.
Lo studio ha coinvolto 2.364 persone tra i 24 e i 58 anni, tutte seguite per 18 anni. I livelli di infiammazione dei partecipanti sono stati misurati all’inizio dello studio e altre tre volte nel corso del tempo. I ricercatori hanno diviso i partecipanti in tre gruppi in base ai livelli di infiammazione: costantemente alta, moderata o in aumento e bassa stabile. Tra tutti partecipanti, 911 persone, ovvero il 39%, avevano un’infiammazione costantemente alta, 381 persone, il 16%, avevano un’infiammazione moderata o in aumento e 1.072,i l 45%, avevano un’infiammazione bassa e stabile. Cinque anni dopo l’ultima misurazione dell’infiammazione, ai partecipanti sono stati somministrati sei test per esaminare le capacità di pensiero e memoria. I ricercatori hanno scoperto che sia il gruppo ad alta infiammazione che quello a infiammazione moderata avevano maggiori probabilità di avere scarse prestazioni nella velocità di elaborazione e nella funzione esecutiva. L’infiammazione moderata o alta da giovani raddoppia il rischio di scarse prestazioni nella velocità di elaborazione negli anni a venire.
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