Per la prima volta gli scienziati hanno osservato la fusione del virus dell’influenza con il virus respiratorio sinciziale in una stessa cellula. Il virus ibrido ottenuto può causare polmoniti molto gravi. Maga (Cnr): «Lo studio ha scoperto un meccanismo non troppo diverso da quello che sta alla base della generazione dei virus influenzali pandemici»
I ricercatori del centro per la ricerca sui virus MRC-Università di Glasgow in Gran Bretagna hanno scoperto un nuovo virus ibrido in grado di eludere il sistema immunitario umano e di infettare le cellule polmonari. Arriva dalla fusione del virus respiratorio sinciziale (RSV) e dell’influenza. È la prima volta che si osserva una tale cooperazione virale. I ricercatori ritengono che i risultati potrebbero aiutare a spiegare perché le co-infezioni possono portare a malattie significativamente peggiori per alcuni pazienti, inclusa la polmonite virale.
Ogni anno, circa 5 milioni di persone in tutto il mondo vengono ricoverate in ospedale con l’influenza A, mentre RSV è la principale causa di infezioni acute delle basse vie respiratorie nei bambini di età inferiore ai cinque anni e può causare gravi malattie in alcuni bambini e anziani. Sebbene si ritenga che le co-infezioni, in cui una persona viene infettata da entrambi i virus contemporaneamente, siano relativamente comuni, non era chiaro come questi virus avrebbero risposto se si fossero trovati all’interno della stessa cellula.
Per indagare su questo punto, Joanne Haney dell’ Università di Glasgow che ha guidato lo studio e i suoi colleghi hanno infettato cellule polmonari umane con entrambi i virus e hanno scoperto che, invece di competere tra loro come ci si aspetterebbe, si sono fusi insieme per formare un virus ibrido a forma di palma: RSV era il tronco e l’influenza le foglie. «Questo tipo di virus ibrido non è mai stato descritto prima», afferma Pablo Murcia, che ha supervisionato la ricerca, pubblicata su Nature Microbiology.
«Stiamo parlando di virus di due famiglie completamente diverse – spiega Murcia – che si combinano insieme ai genomi e alle proteine esterne di entrambi i virus. È un nuovo tipo di agente patogeno». Una volta formato, il virus ibrido è stato anche in grado di infettare le cellule vicine, anche in presenza di anticorpi contro l’influenza che normalmente bloccherebbero l’infezione. Sebbene gli anticorpi si siano ancora attaccati alle proteine dell’influenza sulla superficie del virus ibrido, il nuovo agente patogeno ha semplicemente utilizzato le proteine RSV vicine per infettare invece le cellule polmonari.
«L’influenza sta usando particelle virali ibride come un cavallo di Troia», osserva Murcia. Oltre ad aiutare i virus a eludere il sistema immunitario, unire le forze può anche consentire loro di accedere a una gamma più ampia di cellule polmonari. Mentre l’influenza di solito infetta le cellule del naso, della gola e della trachea, l’RSV tende a preferire le cellule della trachea e dei polmoni, sebbene vi siano alcune sovrapposizioni. Forse, potrebbe aumentare le possibilità che l’influenza scateni un’infezione polmonare grave e talvolta fatale chiamata polmonite virale. Ma, avvertono i ricercatori, sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare che i virus ibridi sono implicati nelle malattie umane.
«Questo studio è la dimostrazione che le relazioni che si possono instaurare tra virus diversi, quando infettano la stessa cellula, possono portare poi alla generazione di ceppi virali nuovi ibridi», commenta Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare Luigi Luca Cavalli-Sforza di Pavia, lo studio dell’Università di Glasgow. «Un meccanismo non troppo diverso da quello che sta alla base della generazione dei virus influenzali pandemici, in cui virus influenzali animali e umani co-infettano lo stesso ospite, ad esempio un suino e rimescolando i loro geni possono dare origine a ceppi ibridi con caratteristiche nuove», aggiunge. «Questo studi può aprire nuove vie di ricerche pe comprendere meglio le potenziali relazioni che circolando nello stesso periodo e infettando le stesse cellule possono eventualmente mescolare anche le loro caratteristiche», conclude Maga.
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