Manca poco all’arrivo del ceppo influenzale che, come ogni anno, raggiungerà l’Europa dall’altro emisfero. «Over 65 e cardiopatici, nefropatici e diabetici sono i soggetti a rischio, per loro vaccino scelta necessaria» sottolinea Massimo Andreoni, Professore di Malattie Infettive a Tor Vergata
L’influenza sta arrivando. Il virus che ogni mette a letto milioni di italiani sta per sbarcare in Europa e quindi anche in Italia. Proprio pochi giorni fa l’università di Parma è riuscita a isolare il primo virus influenzale della stagione 2019-2020, ma per ora si tratta di casi isolati. Il virus è stato identificato e isolato su un tampone faringeo fatto su una bambina di 6 anni ricoverata con febbre e mal di gola. Con il ritorno del virus, scatta anche il ricorso alle vaccinazioni, necessarie per alcune tipologie di pazienti ma consigliate anche per una larga parte della popolazione che non ha patologie specifiche, come ricorda a Sanità Informazione il virologo Massimo Andreoni, professore di Malattie Infettive all’Università di Tor Vergata. Andreoni sottolinea che il vaccino contro l’influenza «dovrebbe essere un allargato a tutti perché chi si ammala trasmette la malattia. Quindi le persone si devono vaccinare anche per proteggere le persone più fragili e più deboli».
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Professore, si incomincia a parlare del nuovo ceppo influenzale. Cosa ci aspetta quest’anno?
«Normalmente le notizie che noi prendiamo sull’influenza le prendiamo dall’altro emisfero dove arriva prima che da noi. I ceppi influenzali sono quelli che arrivano dal sudest asiatico. E su quello prepariamo i nostri vaccini. Non sappiamo ancora tantissimo. Quello che è certo è che arriverà e come tutti gli anni colpirà centinaia di migliaia di persone, come tutti gli anni ci saranno dei morti per influenza. Questo è inaccettabile. Per l’influenza esistono dei vaccini comunque efficaci, vengono rinnovati di anno in anno. Sono vaccini che riescono a proteggere le persone dall’influenza. Sappiamo quali sono le categorie a maggior rischio per l’influenza e quindi dobbiamo ricordare a tutti di vaccinarsi. Ormai siamo prossimi. Ai primi di novembre dobbiamo iniziare i cicli vaccinali e quindi è una cosa fondamentale. La sanità italiana perde tante vite e tanti soldi per l’influenza».
Ricordiamo anche quali sono le categorie a rischio che debbono vaccinarsi…
«Innanzitutto le persone sopra i 65 anni di età, anche se sane, comunque con l’influenza corrono dei rischi. E poi tutte le persone con patologie croniche: i cardiopatici, i nefropatici, i diabetici. Una categoria grandissima di persone. E poi l’influenza in realtà è un vaccino che possono fare tutti, anche le persone sane. Perché se pur vero che con l’influenza rischiano meno, in termini di mortalità, comunque l’influenza può essere una malattia seria anche nelle persone giovani e sane e poi ti alletta per tanti giorni. Anche per questo l’influenza dovrebbe essere un vaccino allargato a tutti. E poi ricordiamo che chi si ammala trasmette la malattia. Quindi le persone si devono vaccinare anche per proteggere le persone più fragili e più deboli. Quindi il giovane che si vaccina non prenderà l’influenza e non la trasmetterà magari a una persona giovane o anziana che sia fragile che con l’influenza potrebbe morire. Quindi di fondo conviene vaccinarsi un po’ tutti».