Il Presidente ANAC sottolinea: «Sanità pervasa da problemi di corruzione e da pesanti infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma il dato di 60 mld è una bufala». Al Ministro Lorenzin il premio per il Buon governo delle tecnologie in Sanità
Un manifesto in nove punti che espone le priorità degli ingegneri clinici sui temi della sicurezza dei pazienti e di un equilibrato governo delle tecnologie nel Sistema sanitario nazionale. È stato lanciato oggi dal Presidente dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici Lorenzo Leogrande durante il 18esimo Convegno nazionale AIIC dal titolo “La salute di domani, le tecnologie di oggi” al Palazzo dei Congressi di Roma.
Il Convegno è stato aperto dal Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone che durante la lectio magistralis dal titolo “trasparenza e onestà come valori fondamentali della sanità di oggi e di domani” ha lanciato un monito sull’intreccio tra corruzione e sanità: «Il settore della sanità ha una enorme disponibilità di denaro e per questo è inevitabilmente obiettivo di chi non vive in onestà e trasparenza. E la corruzione è il primo e più profondo attacco all’esistenza stessa del nostro Servizio Sanitario Nazionale». Cantone ha sottolineato che «abbiamo molti elementi che giustificano l’affermazione che la sanità è pervasa da problemi di corruzione e da pesanti infiltrazioni della criminalità organizzata, visto che dove ci sono soldi e dove si gestiscono i rapporti con i cittadini, si gestisce il consenso. Le organizzazioni criminali hanno bisogno proprio del consenso: mafie, camorra, ‘ndrangheta hanno bisogno che le popolazioni riconoscano la loro forza e la sanità è uno dei territori su cui si costruiscono questo riconoscimento». Tuttavia, Cantone ha sottolineato che le stime che circolano sulla corruzione in sanità non sono veritiere: «Bisogna fare una battaglia contro le fake news anche in questo campo. Contesto il valore scientifico sui dati della corruzione in Italia. Basti pensare all’ipotetico impatto di 60 miliardi: è una assoluta bufala, una leggenda metropolitana, frutto di un equivoco che ha dato origine a una notizia rivestita da ufficialità».
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Per Cantone «non sempre il settore della sanità è all’altezza di sfide tecnologiche che riguardano il mondo degli acquisti degli apparecchi avveniristici, questo fa sì che molto spesso non sempre sul piano della trasparenza i risultati sono corretti. In questo è evidente che l’amministrazione manca spesso di un know how sufficiente per fare gli appalti che porta ad uno squilibrio per paradosso dell’offerta rispetto alla domanda».
Tra i punti rilanciati dal Presidente AIIC Leogrande nel manifesto c’è quello di innalzare gli standard di sicurezza ed efficacia per i dispositivi medici e adeguarli alle normative europee, la presenza degli ingegneri clinici nelle aziende sanitarie per il controllo delle apparecchiature biomediche, modelli organizzativi differenziati per le diverse realtà sanitarie, l’individuazione di livelli essenziali delle prestazioni tecnologiche.
Alla tavola rotonda che ha aperto il convegno erano presenti Massimiliano Boggetti, (Presidente di Assobiomedica), Maria Chiara Carrozza (Presidente Gruppo Nazionale di Bioingegneria), Eugenio Guglielmelli (Prorettore alla Ricerca Università Campus Bio-Medico), Auslia M. Lucia Pulimeno (Vicepresidente FNOPI), Walter Ricciardi (Presidente Istituto Superiore di Sanità), Armando Zambrano (Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri). Al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin è stato assegnato il Premio AIIC per il Buon governo delle tecnologie in Sanità.
«Sicuramente l’ingegneria biomedica deve lavorare per sviluppare tecnologie che possano essere anche acquisibili da una grande massa di popolazione – ha spiegato l’ex ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza – Il low cost, che prima era legato alla tecnologia di basso livello, dev’essere applicato all’alta tecnologia che può consentirci di sviluppare device accessibili a un numero di persone più ampio. L’ingegneria biomedica si propone tra i suoi obiettivi scientifici quello di combattere contro le disuguaglianze delle tecnologie della salute».
Per Carrozza il tema della presenza degli ingegneri biomedici nelle aziende sanitarie è importante. «Noi crediamo che l’ingegnere biomedico sia una figura con le giuste competenze – ha spiegato Carrozza – Scegliere un elettrocardiografo o una macchina per la risonanza magnetica non è come scegliere un dispositivo di basso livello o per altre applicazioni. Nell’ospedale anche solo un carrello che deve distribuire i farmaci in modo automatico ha delle complessità in termini di sicurezza o di beneficio che non sono le stesse di un carrello che distribuisce cibo da un’altra parte. Quindi, quando tutto entra in un ambiente sanitario ha delle complessità che solo una persona adeguatamente formata anche nel campo delle scienze della vita può affrontare. Un esempio per tutti, le infezioni negli ospedali, che è uno dei problemi dei nostri ospedali italiani, molto importante e sempre più stringente, di cui nessuno parla. È chiaro che l’organizzazione ospedaliera richiede delle competenze che sappiano affrontare questo tema delle infezioni dentro gli ospedali in modo adeguato».