La start up romana, composta da giovanissimi esperti, ha misurato l’efficienza dei presidi sanitari italiani: «Due ospedali sono vere eccellenze nella battaglia contro il Covid-19: l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e il Cotugno di Napoli»
Dall’economia della salute alle fake news, dall’innovazione tech della sanità agli acquisti online. Approfondendo questi temi, e non solo, i giovanissimi ragazzi (tutti under 25) della start up della capitale Starting Finance si sono messi al servizio delle famiglie italiane per raccontare e decifrare temi di attualità economica e finanziaria, resi ancora più intricati dall’emergenza Coronavirus.
«A scegliere gli argomenti da trattare durante le nostre dirette quotidiane, seguite da oltre 100mila persone – spiega Riccardo Carnevale, Head of events Starting Finance – sono gli stessi utenti». Domande che hanno fatto emergere sia le pecche che le eccellenze del nostro Sistema Sanitario Nazionale: «Da un lato – continua Carnevale – la differenza nella qualità delle cure tra i grandi ospedali e le piccole strutture locali, dall’altro l’innovazione tecnologica che rende alcuni nosocomi italiani competitivi in tutto il mondo».
Ma cominciamo dal risvolto negativo della medaglia: «Purtroppo – commenta – non abbiamo potuto contraddire chi, tra i nostri follower, si è mostrato preoccupato di fronte all’ipotesi di doversi curare in strutture sanitarie di dimensioni ridotte e poco all’avanguardia. Da un’analisi di questi piccoli presidi ospedalieri, attraverso la lettura del Programma Nazionale Esiti (PNE) 2018, affiora la loro pericolosità, soprattutto per quanto riguarda le specialità chirurgiche. Per arrivare a questa conclusione – continua l’esperto – il PNE incrocia due tipi di indicatori, quelli che riguardano gli esiti di una ospedalizzazione per le diverse aree cliniche (come ad esempio mortalità da infarto del miocardio, da ictus ischemico, scompenso cardiaco, fratture del collo del femore, etc.) e quelli sui volumi di attività della singole strutture prese in considerazione (ovvero azienda sanitarie, ospedali pubblici e ospedali privati accreditati). Dai diversi dati raccolti si riscontra lo stesso trend: una riduzione dei volumi di attività incrementa la mortalità per diverse tipologie di tumore, nonché effetti negativi sugli esiti legati al parto o sulle riammissioni per le artroplastiche. Si riscontra, dunque – sottolinea Carnevali – un trade-off tra efficienza ed equità. È per questo motivo che la potenziale chiusura dei piccoli presidi crea problemi di equità nell’accesso alle cure, che andrebbero risolti con soluzioni pensate per territori che sono in gran parte aree rurali e non centri cittadini, in particolare con investimenti negli eliporti ospedalieri e nelle infrastrutture di collegamento verso i poli specializzati».
Ed è proprio misurando l’efficienza di questi presidi altamente specializzati che si arriva all’altro risvolto della medaglia, quello di un’Italia all’avanguardia, pronta a gestire anche emergenze di grande portata, come il Coronavirus. «All’interno della nostra analisi economica-finanziaria – continua Carnevale – spiccano due ospedali, mostratisi come vere eccellenze nazionali nella battaglia contro il Covid-19: l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e il Cotugno di Napoli. Il primo, inaugurato nel 2012, è uno dei primi ospedali tech italiani. All’avanguardia non solo per i macchinari, ma anche per come è stato ideato: la sua struttura permette di creare dei reparti isolati così da evitare il contagio tra le diverse unità operative. All’interno dell’ospedale Cotugno, invece – aggiunge l’esperto – sono stati predisposti percorsi separati (per contaminati e non) con docce al cloro che servono a decontaminare il personale prima che entri nella zona di svestizione, tutto ad opera dell’architetto Francesco Molino, responsabile del servizio prevenzione e protezione dell’Ospedale Cotugno. Gli operatori sanitari sono stati dotati di tute integrali e mascherine con filtri speciali. Inoltre, lo scorso 2 aprile, un’equipe medica di specialisti selezionati del Cotugno si sono incontrati con i medici cinesi dell’Ospedale Zhongshan di Shangai per uno scambio di esperienze e best practice per la diagnosi e la cura del Coronavirus».
E mentre l’Italia si è confrontata con l’oriente c’è chi, oltreoceano, ha tratto ispirazione dal modello italiano di sanità: «Non va mai dimenticato che il nostro Sistema Sanitario prevede un’assistenza gratuita per tutti, cosa che in America non accade – sottolinea Carnevale -. Tanto che i primi contagi negli Stati Uniti si sono diffusi rapidamente, probabilmente proprio a causa dell’impossibilità di alcune persone, in assenza di assicurazione sanitaria, di curarsi. Nel giro di poco tempo la presidenza Trump ha compreso che l’unico modo per limitare la pandemia era proprio offrire una sanità equa, cosicché, attraverso un decreto – conclude l’Head of events Starting Finance -, l’assistenza sanitaria è ora garantita a tutti i cittadini affetti da Covid-19». Come accade in Italia da più di quarant’anni, non solo per il Coronavirus.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO