Salute 11 Marzo 2024 11:03

Inquinamento: Fnomceo, possibile legame con l’autismo. Ma servono più studi

Alcuni studi hanno suggerito una probabile associazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo di disturbi dello spettro autistico, ma servono ulteriori ricerche per trarre conclusioni definitive. A fare chiarezza sull’argomento è una scheda pubblicata su “Dottore, ma è vero che…”, la rubrica online della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo)

di V.A.
Inquinamento: Fnomceo, possibile legame con l’autismo. Ma servono più studi

Alcuni studi hanno suggerito una probabile associazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo di disturbi dello spettro autistico, ma servono ulteriori ricerche per trarre conclusioni definitive. A fare chiarezza sull’argomento è una scheda pubblicata su “Dottore, ma è vero che…“, la rubrica online della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo). Nell’articolo, inoltre, si fa riferimento alle evidenze scientifiche che collegano l’esposizione all’inquinamento dell’aria a problemi nello sviluppo neurologico.

L’inquinamento ha numerosi effetti negativi sulla salute

I trasporti, il traffico delle auto, il riscaldamento domestico e le attività industriali sono i maggiori responsabili dell’inquinamento dell’aria che respiriamo. Tra le sostanze più dannose per la nostra salute troviamo il particolato atmosferico (soprattutto le sue frazioni PM10 e PM2.5), il biossido di azoto (NO2) e l’ozono (O3). Tutti questi inquinanti hanno effetti negativi sulla salute: nelle persone esposte a inquinamento cresce la probabilità di contrarre patologie respiratorie, possono aggravarsi delle patologie cardiache, aumenta la probabilità di ammalarsi di alcuni tipi di cancro. In generale, in aree fortemente inquinate la mortalità è più elevata e si riduce l’aspettativa di vita. “Se negli ambiti appena citati disponiamo di evidenze solide – si legge sulla rubrica della Fnomceo – un numero crescente di studi sta indagando sulla correlazione tra inquinamento dell’aria e aumento di patologie del neurosviluppo: i primi risultati mostrano una possibile associazione, ma sono necessarie ulteriori ricerche.

Gli anziani e i bambini sono più vulnerabili all’inquinamento

L’esposizione all’inquinamento è un problema che riguarda tutti, anche se in diversa misura a seconda delle zone geografiche. Basti pensare che a livello globale i decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico sono più di 4 milioni ogni anno. “Del resto, le politiche per migliorare la qualità dell’aria attuate da molti paesi ad alto reddito – si legge su “Dottore ma è vero che…” – non sono sufficienti: ancora oggi il 97% degli abitanti dell’Europa è esposto a livelli di PM2.5 superiori ai limiti stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il carico dell’inquinamento atmosferico sulla salute, però, non si distribuisce uniformemente nella popolazione. Alcune categorie di persone, come gli anziani o i bambini, sono più a rischio di altre. Per quanto riguarda i bambini, la letteratura scientifica mostra una forte associazione tra inquinamento dovuto al traffico e problemi di salute respiratoria. Meno studiati, invece, sono gli effetti su sovrappeso e obesità, sullo sviluppo psicomotorio e sui disturbi comportamentali. “Per queste patologie sono necessari ulteriori studi per raggiungere conclusioni più solide”, si legge sul sito della Fnomceo.

Non ci sono evidenze forti sul legame con l’autismo

Al momento i risultati degli studi condotti sul legame tra inquinamento e autismo non hanno prodotto evidenze talmente forti da confermare un’associazione tra inquinamento dell’aria e disturbi dello spettro autistico. Il motivo per cui si discute questa possibile associazione è che negli ultimi anni, anche a causa dell’aumento dei livelli di inquinamento, tra i diversi studi sugli effetti che l’inquinamento può avere sulla salute è aumentato il numero delle ricerche sugli effetti sul sistema nervoso e sui disturbi del neurosviluppo. Alcuni studi – tra cui alcune revisioni sistematiche che, come sappiamo, sono studi che sintetizzano i risultati delle ricerche rigorose condotte – hanno registrato una probabile associazione tra particolato fine, monossido di azoto e sviluppo di disturbi dello spettro autistico, soprattutto durante l’esposizione in gravidanza. “I risultati di questi studi, seppur ancora non sufficienti per poter trarre conclusioni definitive, dovrebbero invitare a porre attenzione sulle possibili associazioni tra l’inquinamento e lo sviluppo di disturbi dello spettro autistico”, sottolinea la Fnomceo.

Le cause dell’autismo sono molteplici

Le cause dell’autismo sono a oggi ancora sconosciute. Non mancano però ipotesi, basate sulle evidenze che abbiamo: la maggioranza dei ricercatori è d’accordo nell’affermare che le cause possano essere soprattutto genetiche. Oltre alle cause genetiche possono poi concorrere anche cause neurobiologiche e, come abbiamo visto, fattori di rischio ambientali. Gli studi futuri dovranno tenere conto della complessità e dell’eterogeneità dei disturbi dello spettro autistico, con l’obiettivo di individuare le interazioni tra i diversi e molteplici fattori di rischio e di protezione associati a questi disturbi. Pertanto, l’approccio prevalente suggerisce di passare dalla ricerca di un singolo fattore di rischio a modelli che tengano conto della relazione dinamica tra genetica e ambiente.

Non c’è correlazione tra i vaccini e l’autismo

“Oggi, quello che possiamo dire con certezza è che non c’è una correlazione tra vaccini e autismo“, sottolinea la Fnomceo. “L’incertezza che ancora caratterizza l’argomento non è dovuta alla scarsa attenzione da parte dei ricercatori, ma alle difficoltà di comprendere pienamente i meccanismi alla base di molte patologie neurologiche. La ricerca, però, prosegue anche perché è fondamentale migliorare la conoscenza di questi disturbi. L’aumento di informazione, infatti, è l’unica strada per l’individuazione di potenziali terapie, possibilmente applicabili in fasi precoci dello sviluppo, conclude.

 

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