Numerosi studi negli ultimi anni hanno dimostrato l’efficacia di un tipo di occhiali che, bloccando le frequenze della luce blu, permettono di mantenere nella norma i livelli di melatonina e migliorare la qualità del sonno
Cambiare il colore delle pareti della camera da letto non aiuta a dormire meglio. Nonostante in rete si trovino molti articoli sull’efficacia della cromoterapia per combattere l’insonnia, come evidenziato dal portale anti-bufale della FNOMCeO “Dottore ma è vero che” non ci sono prove scientifiche che ne dimostrino la reale utilità.
È noto che una relazione tra sonno e luce esiste: la secrezione di melatonina, un ormone fondamentale nella regolazione del sonno, dipende infatti dalla quantità e qualità di luce che colpisce una particolare classe di recettori presenti negli occhi. Inoltre uno studio pubblicato sulla rivista Science in Traslational Medicine nel 2010 ha dimostrato che la produzione di melatonina è influenzata anche dal colore della luce: ad esempio, la luce blu riduce la secrezione dell’ormone, e per questo motivo si sconsiglia di guardare per molto tempo gli schermi di telefoni o computer prima di andare a dormire.
È su questo tema che si concentrano molti studi legati alla relazione tra sonno e colore: è stata infatti studiata l’efficacia di un tipo di lenti in grado di bloccare le frequenze della luce blu. Due studi del 2006 hanno dimostrato che questi occhiali consentono di mantenere nella norma i livelli di melatonina nonostante l’esposizione alla luce blu. Un altro studio si è focalizzato proprio sugli effetti delle lenti sul sonno, ed ha dimostrato un miglioramento della qualità del sonno e dell’umore. Tuttavia, sono stati gli stessi autori della ricerca a sottolineare che il campione testato fosse troppo piccolo per poter trarre conclusioni affidabili dallo studio.
Un’altra ricerca ha valutato l’efficacia dell’utilizzo delle lenti di sera in 14 pazienti affetti da insonnia associata a deficit di attenzione e iperattività, facendo emergere, anche in questo caso, un miglioramento della qualità del sonno e dei livelli di ansia. Infine, uno studio del 2015 ha indagato l’efficacia delle lenti su un campione di ragazzi adolescenti che spesso trascorrono del tempo davanti ad uno schermo prima di andare a dormire: i risultati hanno messo in evidenza livelli maggiori di melatonina e minori di allerta e vigilanza.