L’intelligenza artificiale permette agli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento o del linguaggio di superare i propri limiti e affrontare con successo un percorso di studi
Cresce il numero degli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento o del linguaggio che scelgono di proseguire gli studi anche dopo il diploma. Secondo le stime dell’Agenzia Nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, infatti, sono oltre 37 mila gli studenti con una disabilità o con disturbi dell’apprendimento che frequentano corsi di laurea. Numeri che potrebbero aumentare ancora grazie all’intelligenza artificiale. Ovvero algoritmi realizzati da start up italiane in grado di aiutare gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento o del linguaggio ad avere successo nella scuola.
Algor è uno di questi. Si tratta di una app web realizzata da un gruppo di studenti del Politecnico di Torino per dare supporto a chi ha disturbi specifici dell’apprendimento. In Italia sono circa 350 mila gli studenti con difficoltà di lettura e scrittura che necessitano di mappe concettuali per riuscire nel loro percorso scolastico e universitario. E Algor rappresenta una delle migliori risposte alle loro esigenze.
Per rendere più accessibile lo studio a chi è DSA, Mauro Musarra, ideatore di Algor, con i sei componenti del team, ha svolto un sondaggio. I risultati ottenuti hanno confermato la necessità di creare mappe digitali. Grazie ad un algoritmo è oggi possibile produrre da un lungo testo delle mappa. Il meccanismo è semplice. L’algoritmo analizza il testo ed elabora le mappe concettuali. La app è stata testata su 700 tra studenti, insegnanti e tutor, con il beneplacito dell’Associazione Italiana Dislessia (AID).
Apprendere in modo efficace e divertente è invece l’obiettivo di Moovy. Un gioco da tavola ideato da un team di ricerca multidisciplinare dell’Università Milano Bicocca per aiutare i bambini con disturbi del linguaggio a superare i propri limiti. Sostenuto da Biosensors, startup che ricerca soluzioni in ambito medtech, questo progetto, (uno dei tre scelti dall’Ateneo nell’ambito della quinta call Bicocca Università del Crowdfunding), si presenta come un gioco interattivo. Ha una plancia, un board IoT, 36 carte taggate e 108 tipi di stimoli diversi: giocattoli, immagini e parole scritte, monitorate dai terapeuti grazie ad una webcam e un tablet.
Rivolto ai bambini dai 4 ai 13 anni e a giovani adulti con disturbi del linguaggio e difficoltà cognitive, permette la comprensione di alcune strutture morfosintattiche come i pronomi riflessivi e le frasi passive. La terapia consente al clinico, mediante una app e un tablet di orientare l’attività affinché sia funzionale al piano terapeutico dello studente e gli consenta di superare le difficoltà che limitano l’apprendimento. «Con Moovy vogliamo offrire uno strumento concreto per aiutare i bambini nel percorso logopedico, che sarà via via implementato con nuove attività», spiega Eleonora Beccaluva, dottoranda di Psicologia, Linguistica e Neuroscienze Cognitive di Milano Bicocca e team leader del progetto. Per far decollare il progetto servono ora almeno dieci mila euro. Per questo è stata avviata una raccolta fondi su Produzioni dal Basso, la prima piattaforma italiana di crowdfunding e social Innovation. Due mesi di tempo per trasformare un’idea in realtà.
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