«In Italia c’è scarsa consapevolezza del rischio cardiovascolare associato al colesterolo alto e non si adottano le corrette misure concrete per abbassarlo» così il cardiologo a Sanità informazione
È spesso un motivo casuale come la presenza di placche a livello carotideo o di calcio coronarico ma a volte è addirittura un evento cardiovascolare a rendere consapevoli i pazienti di avere livelli di colesterolo elevato.
«In uno studio di popolazione che abbiamo appena fatto in ponte Lambro – spiega a Sanità Informazione Werba Pablo Jose, Responsabile Unità prevenzione aterosclerosi centro cardiologico Monzino Milano – su 540 cittadini il 20% era ignaro di avere una ipercolesterolemia con valori al di sopra di 240 mg/dl».
In generale e in età adulta è fondamentale conoscere qual è il proprio valore di colesterolo, trigliceridi e hdl ma ancor di più questo vale in prevenzione secondaria, per persone che hanno già avuto problemi cardiaci. «Spesso questi pazienti abbandonano la terapia ipocolesterolemizzante, la dieta e i farmaci a mano a mano che passa tempo dall’infarto o dall’intervento cardiovascolare» precisa il cardiologo.
Questo succede perché «pensano che tutto sia stato risolto con l’intervento di rivascolarizzazione quando in realtà il processo continua invariato se non si controllano i fattori che hanno portato allo sviluppo della patologia aterosclerotica. Reminders e canali educazionali possono essere sicuramente strumenti fondamentali per contrastare questi aspetti» conclude il dottor Werba.
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