Un film che denuncia (con pungente sarcasmo) l’abuso di internet e dei social network che è diventato «un modo per nascondersi dalla vita reale», dichiarano gli attori del film opera prima del regista Christian Marazziti
Cosa si prova ad essere, per un giorno o anche solo per un’ora, completamente sconnessi? Niente smartphone, mail, messaggi, social network e quant’altro ad interrompere chiacchierate o il bisogno compulsivo di farsi un selfie da postare su Instagram per passare il successivo quarto d’ora a controllare i cuoricini raccolti. Cosa si prova, insomma, a passare un po’ di tempo in amici o famiglia come si faceva una volta?
«Quando si è sconnessi si vive – ci risponde Antonia Liskova, bellissima attrice di origine slovacca protagonista di “Sconnessi”, l’ultimo film di Christian Marazziti che tratta, in maniera ironica e divertente, proprio il problema dell’iperconnessione –. Si vive, si sentono gli odori, si sente parlare la gente, si vive il momento». Insomma, essere connessi sempre e comunque fa male: psicologi e medici sono concordi nel definire quella dell’iperconnessione una patologia: «È vero – continua la Liskova –, si diventa inetti. Addirittura ci si sdoppia perché tutte quelle persone che per qualche motivo non riescono ad affrontare la vita reale hanno la possibilità di nascondersi dietro ad avatar».
Una soluzione – almeno parziale – a questa deriva potrebbe essere l’idea lanciata dal regista del film, Christian Marazziti: facciamo diventare il 22 febbraio (giorno di uscita nelle sale della pellicola) di ogni anno, lo “Sconnessi Day”. Una giornata completamente dedicata agli affetti, alla famiglia e agli amici da vivere direttamente, senza l’intermediazione di cellulari e tablet.
«Una giornata del genere può rappresentare una vera e propria disintossicazione – spiega l’attrice – perché cominciamo ad essere un po’ intossicati da queste tecnologie. Si tratta di un’innovazione relativamente nuova che ci ha cambiato la vita molto velocemente, e dobbiamo capirla ed imparare ad usarla poco a poco, con intelligenza».
Sulla stessa linea anche Stefano Fresi, anche lui protagonista di “Sconnessi”: «Senza connessione si ritrovano un sacco di cose: i libri, il dialogo, le persone che hai intorno. Insomma, è bellissimo stare sconnessi. Per questo – conclude –, facciamolo ‘sto Sconnessi Day…».
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