Salute 30 Giugno 2023 16:14

Ipertensione non controllata: denervazione renale terzo pilastro nel trattamento della patologia

La procedura, mini-invasiva, consiste nel disattivare in modo selettivo parte delle terminazioni nervose che decorrono lungo le pareti esterne delle arterie renali

Ipertensione non controllata: denervazione renale terzo pilastro nel trattamento della patologia

Buone notizie per i pazienti con ipertensione non controllata: la denervazione renale (RDN) è stata “promossa” a terzo pilatro nella gestione si questa patologia insieme ai farmaci e al cambiamento nello stile di vita. La novità è stata annunciate in occasione del 32° Congresso della European Society of Hypertension, in occasione della presentazione delle linee guida dell’ESH per la gestione dell’ipertensione arteriosa, avallate anche dalla Società Europea Renale (ERA) e dalla Società Internazionale di Ipertensione (ISH).  La procedura, mini-invasiva, che consiste nel disattivare in modo selettivo parte delle terminazioni nervose che decorrono lungo le pareti esterne delle arterie renali, determina una duratura riduzione della pressione arteriosa.

Ecco perchè riduce la pressione arteriosa

Le nuove linee guida riconoscono quindi la RDN come ulteriore opzione terapeutica sicura ed efficace in grado di ridurre la pressione arteriosa nei pazienti non controllati, benché già trattati con terapia farmacologica. «L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolari e secondo l’OMS è la prima causa di morte al mondo – afferma Stefano Taddei, Professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Pisa –. Circa il 20% della popolazione generale presenta problemi di ipertensione arteriosa. Già il 50% dei pazienti sopra i 55 anni ne soffre».

Un trattamento per i pazienti difficili

«La Società Italiana di Ipertensione Arteriosa – continua il professor Taddei –  aveva già introdotto il concetto di “paziente difficile” nel quale per vari motivi non si riusciva a controllare i valori pressori. Pazienti difficili possono essere gli ipertesi resistenti, cioè quella quota minimale di pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica, o quelli che riferiscono effetti collaterali per ogni farmaco. La denervazione renale si pone quindi come alternativa valida sia per l’iperteso resistente, sia per quei pazienti che preferiscono sottoporsi a una procedura una tantum piuttosto che assumente farmaci tutti i giorni. Questo tipo di impostazione è stato pienamente accolto dalle nuove linee guida».

Il consenso europeo

Le nuove linee guida seguono una serie di dichiarazioni di consenso da parte della Società Europea di Ipertensione e di altre società scientifiche, comprese la recente dichiarazione della Società Europea di Cardiologia (ESC) e dell’Associazione Europea di Interventi Cardiovascolari Percutanei (EAPCI). «Queste nuove linee guida sulla denervazione renale – ha affermato Jason Weidman, Vice Presidente Senior e Presidente dell’attività coronarica e di denervazione renale di Medtronic – rinforzano a livello europeo la sicurezza ed efficacia della RDN quale terzo pilastro per l’ipertensione difficile da controllare, insieme con i cambiamenti nelle abitudini di vita ed i farmaci. Si tratta di un positivo passo avanti per la procedura Symplicity Blood Pressure – continua Weidman – che sottolinea il desiderio della comunità clinica di includere nuove opzioni terapeutiche per migliorare il controllo dell’ipertensione».

25mila pazienti trattati nel mondo

Le nuove linee guida, così come i recenti position paper delle società scientifiche, nascono grazie al largo numero di evidenze cliniche che si sono generate attorno alla denervazione renale di Medtronic. In particolare sono più di 25mila i pazienti trattati al livello mondiale con la denervazione renale di Medtronic  (Symplicity Blood Pressure procedure) e più di 4mila i pazienti inclusi in studi clinici con un elevato rischio cardiovascolare o con comorbidità, in presenza e/o in assenza di terapia farmacologica.

 

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