Lo studio del Brigham and Women’s Hospital, 25.987 i casi di ipertensione documentate: le donne che dormivano meno di sette-otto ore a notte avevano un rischio significativamente più elevato di sviluppare ipertensione
Le donne che soffrono di insonnia o hanno difficoltà a dormire a sufficienza corrono un rischio maggiore di sviluppare ipertensione. Lo rileva una ricerca del Brigham and Women’s Hospital, pubblicata sulla rivista Hypertension. Gli studiosi hanno seguito 66.122 partecipanti di età compresa tra 25 e 42 anni nella coorte del Nurses’Health Study II (NHS2), tutte senza ipertensione all’inizio dello studio, per sedici anni (dal 2001 al 2017). Hanno raccolto informazioni su età, indice di massa corporea (Bmi), dieta, stile di vita, attività fisica, storia di apnea notturna e storia familiare di pressione dei partecipanti, valutando l’incidenza dell’ipertensione nel gruppo ogni due anni.
L’analisi dei dati ha rivelato che le donne con difficoltà di sonno avevano in media un Bmi più elevato, facevano minore attività fisica e seguivano una dieta peggiore. I ricercatori hanno anche scoperto che coloro che avevano problemi di sonno avevano maggiori probabilità di fumare e bere alcolici e avevano già attraversato la menopausa. Secondo i dati raccolti, nei 25.987 casi di ipertensione documentati nel periodo in cui le partecipanti sono state seguite, le donne che dormivano meno di sette-otto ore a notte avevano un rischio significativamente più elevato di sviluppare ipertensione. Allo stesso modo, quelle che avevano difficoltà ad addormentarsi e a mantenere il sonno avevano anche maggiori probabilità di sviluppare ipertensione. Svegliarsi presto la mattina non era invece associato a questo aumento del rischio.
Sebbene la natura esatta della relazione tra sonno e rischio di ipertensione sia sconosciuta, per gli studiosi le difficoltà del sonno possono portare a una catena di eventi che possono aumentare la ritenzione di sodio, la rigidità arteriosa e la gittata cardiaca, portando potenzialmente all’ipertensione. Le interruzioni del ciclo sonno-veglia possono anche influenzare l’attività di costrizione o rilassamento dei vasi sanguigni e la funzione delle cellule che regolano il tono vascolare.
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