Salute 17 Gennaio 2024 20:05

La danza diverte e brucia grassi, lo dice la scienza

Che sia zumba o stili più classici, poco conta: l’importante è ballare e divertirsi. Una revisione di 10 studi conferma che la danza migliora i livelli di massa grassa e di Bmi (indice di massa corporea)

di I.F.
La danza diverte e brucia grassi, lo dice la scienza

Se l’ago della bilancia punta più in alto di quanto ‘dovrebbe’, indossa le scarpette e danza. Lo stile non conta, che sia classico o moderno, l’importante è ballare. Ne sono certi i ricercatori della Scuola di educazione fisica della Hunan University of Science and Technology di Xiangtan e del Clinical Research Innovation and transformation Center del Zhangjiagang First People’s Hospital di Suzhou che hanno condotto una metanalisi ci 10 diversi studi. Gli scienziati non hanno alcun dubbio: “La danza è efficace per la perdita di grasso e peso nelle persone in sovrappeso e obese e produce un significativo miglioramento della composizione corporea e della morfologia”, scrivono gli autori dello studio, illustrandone i risultati ì sulla rivista ‘Plos One’.

Obesità e malattie correlate

“L’obesità – continuano i ricercatori – è un problema importante e urgente di salute pubblica a livello globale. Diversi studi suggeriscono che è una condizione cronica, correlata a malattie come ad esempio il diabete o malattie cardiovascolari, complessa e multifattoriale, strettamente associata a fattori che comprendono l’ambiente (anche sociale e culturale), la genetica, la fisiologia, il metabolismo e anche aspetti psicologici. L’esercizio fisico, e in particolare un allenamento fisico strutturato, rimangono una delle principali modalità terapeutiche per prevenire, alleviare e affrontare i rischi posti dall’obesità”, aggiungono.

L’importanza del ‘piacere’

Una regolare attività aerobica eseguita ogni settimana può, dunque, facilitare efficacemente la perdita di peso, migliorando allo stesso tempo la capacità cardiopolmonare e di movimento. “Tuttavia, l’avvio dell’attività fisica non è la sfida principale – fanno notare gli autori -. Il punto cruciale sta nel sostenere a lungo termine le abitudini di esercizio. I partecipanti che traggono piacere dall’attività fisica hanno maggiori probabilità di mantenerla, il che indica il ruolo fondamentale del divertimento come fattore chiave nel sostenere l’esercizio fisico”. Ed è proprio partendo da questa osservazione che gli autori hanno pensato di mettere sotto la lente la danza. “Essendo una forma di attività fisica che integra esercizio, intrattenimento e socialità – ragionano gli esperti – la danza possiede vantaggi innati nel promuovere la motivazione all’esercizio. E funzionando come modalità di espressione artistica, vanta un vasto pubblico, oltre ad avere un notevole valore estetico. Può essere praticata da soli o in gruppo. E i diversi stili variano nelle loro richieste di modelli di movimento fisico e gradi di competenza tecnica”. Il che permette di soddisfare le esigenze di persone con varie condizioni di salute aiutandole nel costruirsi una routine di esercizio.

Benefici anche per la mente

La letteratura dedicata alla danza tra l’altro è ricca di evidenze crescenti che segnalano vari benefici, anche per la dimensione mentale. Rispetto a un gruppo che non fa esercizio, il ballo può migliorare la pressione sanguigna, la sensibilità all’insulina, la forma fisica, e anche i disturbi cognitivi, elencano gli autori. In donne fisicamente inattive, una ricerca citata dagli esperti ha osservato che praticare Zumba per otto settimane ha ottenuto miglioramenti efficaci nella composizione corporea e nella funzionalità respiratoria. Uno studio pilota, continuano gli scienziati, ha dimostrato che la danza può migliorare l’indice di massa corporea (Bmi) e la percentuale di grasso corporeo. Le persone con malattia di Parkinson possono avere miglioramenti fisici (equilibrio, mobilità funzionale e cognizione) e mentali (autostima, qualità della vita e sintomi motori) ballando.

I risultati della revisione

Gli autori della metanalisi hanno dunque consultato sette database fino a luglio 2023 per cercare studi su interventi di danza e confronti con gruppi con stili di vita normali. Nella revisione sono stati inclusi solo lavori che hanno valutato gli interventi di danza in persone con sovrappeso e obesità (con Bmi superiore a 24 e percentuale di massa grassa elevata, sopra 20% per i maschi e 25% per le femmine). Risultato: di 654 studi identificati, 10 sono stati considerati idonei. E la metanalisi ha riguardato in totale 646 partecipanti in sovrappeso o obesi, di cui 321 sottoposti a programmi di danza e 331 in gruppi di controllo. Alcuni erano programmi di danza tradizionale, altri (quelli di 7 studi) erano forme di ballo più innovative e creative. I partecipanti si ritrovavano per dare libero sfogo alla voglia di danza al massimo tre volte a settimana e le lezioni avevano una durata variabile da più di un’ora a 40 minuti. La buona notizia per gli aspiranti Ginger Rogers e Fred Astaire è la conclusione della revisione, che ha rilevato come, rispetto ai normali stili di vita, la danza produca effettivamente miglioramenti significativi in Bmi, circonferenza vita, percentuale di grasso e massa grassa. Mentre non sono state riscontrate differenze significative nel rapporto vita-fianchi.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

 

GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Politica

Liste di attesa addio? La risposta del Consiglio dei Ministri in due provvedimenti

Ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, Giorgia Meloni, e del Ministro della salute, Orazio Schillaci, ha approvato due provvedimenti, un decreto-legge e un disegno di legge, che i...
Salute

Tumore del polmone: per osimertinib e durvalumab ottimi risultati negli studi LAURA e ADRIATIC al Congresso ASCO

Nello studio LAURA osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84% nel tumore del polmone non a piccole cellule di Stadio III. Nello studio ADRIATIC, invece, du...