Caprio (endocrinologo): «Da alcuni studi è emerso che tra i pazienti ricoverati in terapia intensiva sottoposti a dieta chetogenica il rischio di mortalità si è notevolmente ridotto. Questa dieta associata ad esercizio fisico può accelerare anche la ripresa dopo una forma severa di Covid»
La lotta al Covid passa anche dalle nostre tavole. «Chi è obeso rischia una prognosi più grave di Covid-19. Una nutrizione adeguata è una delle principali armi, sia in termini di prevenzione che di cura, per affrontare la pandemia. Riduce sia il rischio di infezione che di complicanze». Ne è convinto Massimiliano Caprio, responsabile dell’Unità Endocrinologia cardiovascolare dell’IRRCS San Raffaele di Roma, coautore di un articolo pubblicato dalla rivista Journal of Translational Medicine che mostra gli effetti benefici della dieta chetogenica sull’infezione da Sars-CoV-2.
«Questo tipo di regime alimentare – spiega il professore – si basa su una riduzione dei carboidrati, in favore di un aumento delle proteine. In questo modo si “costringe” l’organismo a utilizzare i grassi come fonte di energia. Le diete chetogeniche, infatti, permettono una rapida riduzione della massa grassa, preservando quella magra». Chi mangia carboidrati è da lì che prende l’energia. Se ne riduce l’assunzione tutto il corpo sarà costretto ad utilizzare i grassi, tranne le cellule nervose che non sono capaci di farlo. Per questo l’organismo avvia la chetosi, ovvero la produzione di corpi chetonici che, a differenza dei grassi, possono essere utilizzati dal cervello.
«La dieta chetogenica svolge un ruolo fondamentale anche nella modulazione dell’immunità, sia innata che adattativa. Apporta benefici in quei pazienti affetti da un’infiammazione cronica di basso grado. Tali effetti antinfiammatori e immunomodulanti dei corpi chetonici (prodotti dall’organismo di chi segue una dieta chetogenica) potrebbero fungere da scudo anche durante un’infezione da Sars-CoV-2», aggiunge Caprio.
In questi due anni di pandemia, numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato come la malnutrizione, sia in eccesso che in difetto, costituisca uno dei principali fattori di rischio per le complicanze da Covid-19. «Da alcuni studi è emerso che tra i pazienti ricoverati in terapia intensiva sottoposti a dieta chetogenica il rischio di mortalità si è notevolmente ridotto. Una ricerca, che ho personalmente condotto – aggiunge l’endocrinologo -, ha dimostrato, per la prima volta, come la dieta chetogenica associata ad esercizio fisico possa accelerare la ripresa dopo una forma severa di Covid. È fondamentale non trascurare l’attività motoria: gli effetti dell’infezione da Sars-CoV-2 non si esauriscono al momento della negativizzazione, ma possono protrarsi per periodi di tempo variabili. Lo dimostra la performance di numerosi calciatori decisamente peggiorata dopo aver contratto il Covid-19».
Gli interrogativi sul long-Covid sono ancora tanti e molti troveranno una risposta solo nei mesi a seguire. «Finora – dice Caprio – sono stati osservati peggioramenti della situazione metabolica generale, con un grave incremento della patologia diabetica, comparsa di astenia, riduzione delle performance fisiche, lavorative e mentali. Esiti che ci hanno spinto ad estendere lo studio sull’associazione della dieta chetogenica all’esercizio fisico, che ha inizialmente coinvolto un’unica paziente, ad un numero maggiore di individui. I risultati – conclude l’endocrinologo – saranno disponibili a breve».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato