Giovanni Sebastiani, matematico presso l’Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone del Consiglio nazionale delle ricerche spiega che il fattore di crescita della mortalità in Italia è stato molto più elevato e significativo rispetto a quello del Regno Unito e di altri paesi europei
Potrebbe non essere solo un’impressione. La curva dei morti Covid è davvero cresciuta di più nel nostro paese rispetto al resto d’Europa. Almeno secondo il ragionamento di Giovanni Sebastiani, matematico presso l’Istituto per le applicazioni del calcolo Mauro Picone del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Iac). «L’andamento delle curve relative al tasso di mortalità per Covid-19 nelle prime tre settimane di agosto – spiega lo scienziato – indica valori in crescita per la maggior parte delle nazioni europee. In Italia e in Regno Unito si registra una media di 2,1 morti al giorno per milione di abitanti. Il dato preoccupante, però, è che il fattore di crescita in Italia è stato molto più elevato e significativo rispetto a quello del Regno Unito».
«Tra i paesi limitrofi alla penisola – dice Sebastani – la Francia riporta i valori più bassi, con 1,1 decessi al giorno per milione di abitanti nelle prime tre settimane di agosto. Lo stesso parametro raggiunge il valore di 1,3 in Slovenia, mentre in Spagna e Germania si stimano 1,4 morti al giorno per milione di abitanti. In Ungheria, dove sappiamo che la campagna vaccinale è stata meno diffusa rispetto ad altre realtà, il tasso giornaliero di mortalità per milione di abitanti è di 1,5. In Europa, i valori più elevati sono correlati a Italia e Regno Unito, con 2,1 decessi al giorno ogni milione di abitanti per le tre prime settimane di agosto».
«L’aspetto da tenere in considerazione, però, riguarda il confronto con gli ultimi sette mesi dello scorso anno», sottolinea il ricercatore. «Se infatti guardiamo al periodo compreso tra giugno e dicembre 2021, emerge una sostanziale differenza – continua – tra i valori italiani e quelli inglesi: la mortalità giornaliera in Italia per milione di abitanti in quell’arco di tempo era infatti di circa 0,9, mentre nel Regno Unito si registravano 1,4 decessi al giorno per milione di abitanti». Questo significa che la crescita del tasso di mortalità è stata percentualmente molto più grande in Italia rispetto al Regno Unito, associate rispettivamente a un aumento di circa 130 e 50 per cento nel tasso di mortalità.
«Non sappiamo quali possano essere le cause di questo andamento – conclude – ma ipotizziamo che le riaperture e l’allentamento delle misure di prevenzione possa aver giocato un ruolo primario, insieme al comportamento individuale meno attento della popolazione. C’è da aggiungere, infine, che dopo un anno dall’ultima dose, anche le vaccinazioni perdono efficacia. La combinazione di questi fattori, unitamente alla maggiore diffusività della variante Omicron e dei suoi sottogruppi, potrebbe aver portato a una più elevata mortalità di Covid-19. Sarà necessario acquisire dati di diverso tipo e valutare attentamente i modelli di diffusione e una serie di altre considerazioni per capire meglio da cosa possa dipendere un tasso di decessi così alto nel nostro paese».
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