D’Avino (FIMP): «Pediatri devono poter prescrivere tamponi rapidi. Impensabile riammettere un bambino a scuola senza certezza della diagnosi»
Una nuova organizzazione della presa in carico pediatrica è possibile. Alla luce delle problematiche che l’emergenza Covid ha messo in risalto per quanto riguarda la sfera della salute di bambini e adolescenti, ripensare a nuove chiavi di lettura e sviluppo di questa branca appare necessario, disponendo di strumenti adeguati. Questi i temi principali attorno a cui è ruotato il dibattito online per il ciclo “RagionaMenti” moderato dal pediatra e deputato PD Paolo Siani, componente della Commissione Affari Sociali. Chiamati a relazionare, tra gli altri, sulle esperienze acquisite in fase 1 e sui possibili scenari futuri, alcuni nomi illustri della pediatria campana. La riorganizzazione della sanità pediatrica regionale, sia quella di famiglia che quella ospedaliera, è stata infatti un traino, nella discussione, per estendere a livello nazionale l’opportunità di accelerare su alcuni aspetti.
«Gli ultimi due mesi – osserva Siani – hanno evidenziato una carenza nella presa in carico unitaria dell’età pediatrica e la necessità impellente di una cabina di regia unica per meglio tutelare le esigenze dei bambini. Una delle idee per la sanità del dopo-Covid potrebbe essere quella di mettere in rete tutta l’assistenza pediatrica (cronicità, acuzie, malattie infettive), così come avviene, ad esempio, per l’assistenza oncologica. Il problema – continua Siani – si porrà soprattutto da settembre in poi, con la riapertura delle scuole, per distinguere e trattare con percorsi separati pazienti Covid e non Covid, cosa che peraltro avverrà in simultanea con il periodo clou della stagione influenzale. Per affrontare al meglio quella fase, però, è necessario giocare d’anticipo – conclude – e predisporre fin da ora strumenti adeguati, innanzitutto evitando il sovraffollamento negli studi pediatrici».
PEDIATRIA DEL TERRITORIO, ECCO I PROPOSITI
«Il lavoro del pediatra è cambiato nell’ultimo periodo – osserva Antonio D’Avino, Vicepresidente FIMP -. Sono state fatte meno visite allo studio “in presenza” ma in compenso abbiamo usato altre modalità di comunicazione, come il teleconsulto, la messaggistica istantanea, il triage telefonico. Il passo in più che dobbiamo fare a livello territoriale rispetto al triage telefonico e al monitoraggio, è una diagnosi differenziale immediata sulla contagiosità del bambino, e la possibilità di prescrivere tamponi rapidi. Perché pensare di riammettere un bambino a scuola senza certezza della diagnosi è impensabile, e la pediatria di famiglia non darà mai un certificato di riammissione in assenza di un tampone negativo. Per ricominciare a fare il nostro lavoro, noi pediatri della Campania chiediamo alla Regione la possibilità di poter prescrivere tamponi e soprattutto la certezza di avere in un tempo massimo di 12-24 ore la risposta».
GESTIRE LE GRAVI CRONICITÀ IN SICUREZZA
«C’è stato un momento in cui i ricoveri erano pochi ma perlopiù gravi – spiega Daniele De Brasi, pediatra genetista presso l’Ospedale pediatrico Santobono di Napoli – perché abbiamo necessariamente dovuto selezionare coloro che necessitavano di assistenza immediata tramite ricovero. All’inizio la gestione è stata complessa, così come il coordinamento con la parte organizzativa Covid, ma in breve tempo siamo entrati a regime, riuscendo a gestire i bambini Covid e non Covid in tutta sicurezza. Per quanto riguarda i bambini affetti da malattie rare – continua – sono coloro per i quali, soprattutto in questo periodo, è indispensabile fare assistenza in maniera corretta, sia dal punto di vista prettamente sanitario che da quello assistenziale e sociale. Sarà necessario programmare una riapertura rapida di queste attività elettive e contemporaneamente, per il futuro della pediatria – conclude il genetista – far diventare la telemedicina e il teleconsulto uno strumento maggiormente fruibile da queste categorie».
IMPLEMENTARE LE RETI OSPEDALIERE PERIFERICHE
«Siamo ora in una fase intermedia – dichiara Vincenzo Tipo, primario del Pronto Soccorso del Santobono, che gestisce il più alto numero di pazienti pediatrici in Ps in Italia – e gli accessi al PS sono tornati a crescere anche per casi a bassa complessità. Il periodo dell’anno non è epidemiologicamente critico dal punto di vista delle manifestazioni influenzali, e riusciamo quindi a mantenere un certo distanziamento, ma ho un grandissimo timore per la ripresa delle scuole nel periodo autunnale, quando si ritornerà a viaggiare sui 400 accessi al giorno. Ci sarà bisogno – osserva – di una rete pediatrica periferica e familiare molto forte, per prevedere il trasferimento nei centri di terzo livello solo in caso di effettiva necessità, così come anche favorire il ricorso al teleconsulto. Ricordiamo poi che tutti i codici rossi, quindi patologie tempo-dipendenti, andranno sempre gestiti come sospetti Covid, e che ci sarà una sovrapposizione di sintomatologie, quelle influenzali con quelle Covid. Per questo – conclude il primario – ben vengano i Point Of Care (POC) e i tamponi rapidi, ma ad essere di vitale importanza saranno le cosiddette aree bridge, che facciano da filtro per i potenziali pazienti Covid. Insomma, la calca non potrà più essere ammissibile».
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