La resistenza agli antibiotici potrebbe causare oltre 39 milioni di morti entro il 2050. Questo allarmante risultato emerge da uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet
La resistenza agli antibiotici potrebbe causare oltre 39 milioni di morti entro il 2050. Questo allarmante risultato emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, condotto dagli scienziati del Global Research on Antimicrobial Resistance (GRAM) Project. Già riconosciuta come una delle principali sfide per la salute, la resistenza agli antibiotici – quando batteri o altri agenti patogeni subiscono cambiamenti che impediscono loro di rispondere ai trattamenti antimicrobici – è destinata a peggiorare. Per la prima volta, questo studio valuta l’impatto della resistenza agli antibiotici nel tempo e tenta di stimarne l’evoluzione.
Nei prossimi decenni i decessi dovuti alla resistenza agli antibiotici aumenteranno ulteriormente. Il numero delle vittime dirette potrebbe raggiungere 1,91 milioni all’anno in tutto il mondo entro il 2050, un aumento di oltre il 67% rispetto al 2021, secondo i modelli elaborati dai ricercatori. Entro la metà di questo secolo, la resistenza agli antibiotici giocherà un ruolo maggiore in 8,22 milioni di decessi ogni anno, con un aumento del 74,5% rispetto al 2021. In totale, tra il 2025 e il 2050, la resistenza agli antibiotici potrebbe causare direttamente più di 39 milioni di morti in tutto il mondo e sarebbe associata a 169 milioni di decessi, stimano gli scienziati.
Secondo i ricercatori, dal 1990 al 2021, più di un milione di persone all’anno in tutto il mondo sono morte direttamente a causa della resistenza agli antibiotici. Gli studiosi hanno esaminato 22 agenti patogeni, 84 combinazioni tra agenti patogeni e trattamenti, 11 sindromi infettive in persone di tutte le età provenienti da 204 paesi e territori, utilizzando dati di oltre 520 milioni di persone. Nel corso di questi tre decenni, le morti di bambini sotto i cinque anni causate direttamente dalla resistenza agli antibiotici sono diminuite di oltre il 50%, poichè la prevenzione e il controllo delle infezioni sono migliorati nei neonati e nei bambini piccoli. Sebbene meno comuni in questi bambini, le infezioni sono diventate più difficili da trattare quando si verificano.
Allo stesso tempo, i decessi di adulti di età pari o superiore a 70 anni sono aumentati di oltre l’80% nel periodo, a causa del rapido invecchiamento della popolazione e della maggiore vulnerabilita’ degli anziani alle malattie. Tuttavia sono possibili scenari meno pessimistici. Secondo gli autori dello studio, un migliore trattamento delle infezioni e l’accesso agli antibiotici potrebbero quindi prevenire 92 milioni di decessi in tutto il mondo dal 2025 al 2050, in particolare nell’Asia meridionale e nell’Africa sub-sahariana. “Ci sono stati reali progressi nella nostra capacità di affrontare la resistenza antimicrobica – sottolinea Stein Emil Vollset del Norwegian Institute of Public Health – in particolare tra i bambini piccoli. Il nostro lavoro, però, rivela che è ancora urgentemente necessario individuare nuove strategie per ridurre il rischio di infezioni gravi attraverso vaccini, nuovi farmaci, assistenza sanitaria più efficace, migliore accesso agli antibiotici esistenti e indicazioni chiare e precise su come utilizzarli”.
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