La riflessione del medico e volto storico di Unomattina: «Le informazioni, come le medicine, prima di essere utilizzate, devono essere ponderate con cura. La televisione e ora il web sono utili per condividere, ma attenti a non annegare nel mare d’informazioni»
In passato il camice bianco era l’unica figura interpellata in caso di necessità. Infatti il paziente, all’occorrenza, sottoponeva i propri sintomi ad uno specialista e, nella maggior parte dei casi, si affidava al suo giudizio. Oggi il paziente è più ‘consapevole’ e nel rapporto tra medico e assistito è subentrato ‘l’altro’. L’altro è rappresentato dai social, le chat, i blog e tutto ciò che appartiene al ‘worl wide web’.
La possibilità di reperire informazioni utili a controllare le proprie patologie, capire più approfonditamente sintomi e conseguenze, ma soprattutto l’occasione per il paziente di trovare e confrontarsi facilmente con altre persone afflitte dal medesimo problema, ha determinato un grande passo avanti. Oggi la persona malata ha maggiore occasione di condividere e non sentirsi più in totale solitudine in balia del proprio male. «Questo aspetto è fondamentale» commenta Livia Azzariti, medico e volto noto della Rai.
La divulgatrice scientifica, per anni conduttrice del programma Unomattina, ci spiega che «la condivisione è fondamentale perché l’aspetto psicologico con cui si affronta una malattia, è basilare poi per il percorso di cura. Il fatto di sapere di non essere soli permette di non abbattersi, di non affliggersi, perché comunque nei momenti più difficili c’è qualcuno a cui potersi aggrappare, con cui poter parlare, con cui avere uno scambio vero, di cose vissute».
«La divulgazione, la televisione, serve proprio a questo – prosegue la conduttrice che in parallelo alla sua carriera televisiva ha esercitato la professione di anestesista- a creare una rete che poi possa essere di protezione e di ascolto di tutte le persone che ne hanno bisogno e per chi gli sta accanto».
Tuttavia non è tutto oro quel che luccica, infatti la comunicazione così trasparente e la facilità con cui è possibile reperire informazioni, può essere un’arma a doppio taglio. «È pur vero che le informazioni sono così universali che ovviamente sono poco controllate. Per cui è importante rivolgersi agli esperti e chiedere consiglio per farsi indirizzare e semmai orientarsi con maggiore consapevolezza nel mare di informazioni che sono a disposizione».
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