In Italia ancora polemiche sulla gestione del “paziente 2”. L’assessore alla Sanità della Sardegna, Luigi Arru: «I virus si fronteggiano con un’adeguata formazione del personale»
Resta una sfida piena di insidie quella all’Ebola. Il recentissimo caso in Italia e il nuovo picco di contagi in Africa, dove l’OMS ha registrato 35 nuovi casi in appena quindici giorni, testimoniano con estrema chiarezza la forza di un virus che resiste da oltre 40 anni, mutando e rafforzandosi sempre più repentinamente.
Partendo dalla situazione italiana, migliora l’infermiere sardo contagiato dall’Ebola, s’ingarbuglia, invece, sempre di più la situazione relativa alla gestione del suo caso. Mentre dall’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma – dove l’operatore 37enne di Emergency è ricoverato da due settimane – continua ad emettere bollettini incoraggianti sulle sue condizioni, in Sardegna si fa sempre più rovente la polemica su come è stata affrontata l’emergenza. L’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru è stato protagonista di un acceso botta e risposta con il deputato di Unidos Mauro Pili, all’attacco per la decontaminazione del palazzo dove vive l’infermiere effettuata solo 10 giorni dopo le analisi che avevano confermato che aveva contratto il virus. «Non bastava la gestione disastrosa in ospedale e nell’intera catena di soccorso», ha affermato Pili riferendo inoltre che i residenti si sono rivolti anche alla Polizia per denunciare l’accaduto. Le criticità hanno comunque superato i confini dell’isola: proprio nelle ultime ore è infatti trapelato che il “paziente 2” avrebbe fatto scalo a Roma di ritorno dall’Africa prima di rientrare a Sassari.
Dal canto proprio Arru ha risposto che «il personale sanitario coinvolto ha agito seguendo un protocollo e operando con grande dedizione e coscienza, secondo regole e protocolli appositamente predisposti e osservati nella più totale trasparenza e in collaborazione con tutte le autorità sanitarie coinvolte: regionali, nazionali e internazionali». Partecipando poi al convegno “La comunicazione per la prevenzione e la gestione degli eventi avversi”, l’assessore ha evidenziato che: «Contro gli eventi avversi serve anzitutto un’adeguata formazione del personale», annunciando inoltre che la Giunta è già all’opera per «cambiare le modalità di formazione delle risorse umane: non servono centri costosissimi, ma corsi innovativi e al passo con i tempi che garantiscano in maniera pratica la sicurezza e la giusta professionalità degli addetti nella gestione del rischio clinico». Arru ha battuto anche sulla necessità di «stabilire una comunicazione efficace e un protocollo chiaro».
Formazione ed informazione si confermano le principali armi nelle mani degli operatori sanitari per difendersi dalla minaccia dei virus e contestualmente evitare che si diffondano tra la popolazione. Nel frattempo, però, la minaccia Ebola si fa sempre più forte. Bruce Aylward, incaricato speciale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) proprio per questa emergenza ha parlato di nuovi 35 casi tra Guinea e Sierra Leone solo nelle prime due settimane di maggio. L’OMS ha annunciato che sta per essere costituito un fondo di 100 milioni di dollari per contrastare un’ulteriore diffusione del virus, che, a partire dal mese di dicembre 2013, ha ucciso più di 11.000 persone.