Le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) possono sperimentare maggiori difficoltà di memoria durante la mezza età. A scoprirlo è uno studio condotto dagli scienziati dell’Università della California a San Francisco e pubblicato sulla rivista Neurology
Le donne affette da sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) possono sperimentare maggiori difficoltà di memoria durante la mezza età. A scoprirlo è uno studio condotto dagli scienziati dell’Università della California a San Francisco e pubblicato sulla rivista Neurology. La sindrome dell’ovaio policistico è un disturbo ormonale che può provocare un ciclo mestruale irregolare, crescita eccessiva di peli, acne, difficoltà a concepire e cattiva salute metabolica. Questo disturbo colpisce fino al 10 per cento delle donne.
“Sebbene sia stata collegata a malattie metaboliche come l’obesità, il diabete e problemi cardiaci – commenta Heather G. Huddleston, tra gli autori dello studio – è meno noto l’effetto che la sindrome dell’ovaio policistico possa avere sul cervello”. Nello studio sono state coinvolte 907 donne con un’età compresa tra 18 e 30 anni, seguite per 3 decenni. Alla fine del periodo di osservazione, gli scienziati hanno testato le loro capacità cognitive per valutare l’eventuale presenza di una correlazione con la PCOS. “I nostri risultati suggeriscono che le donne che ne soffrono hanno capacità mnemoniche e cognitive inferiori”, sottolinea Huddleston. Al momento della valutazione, riportano i ricercatori, 66 donne avevano sviluppato la PCOS. Dopo aver aggiustato i dati in base ai diversi parametri, gli autori hanno scoperto che le donne con sindrome dell’ovaio policistico tendevano a ottenere punteggi più bassi in tre delle cinque tipologie di test, specialmente in quelle che coinvolgono le aree della memoria, dell’attenzione e delle capacità verbale.
Inoltre, 291 partecipanti, 25 delle quali con PCOS, sono state sottoposte a scansioni cerebrali. I ricercatori hanno esaminato l’integrità dei percorsi della materia bianca nel cervello osservando il movimento delle molecole d’acqua nel tessuto cerebrale. Questo approccio ha mostrato che la condizione era legata a una minore integrità della sostanza bianca, probabilmente correlata a un invecchiamento cerebrale precoce. “Saranno necessari ulteriori approfondimenti – commenta Huddleston – per confermare questi risultati e per capire se eventualmente è possibile contrastare questo effetto negativo della sindrome dell’ovaio policistico”.
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