Salute 24 Novembre 2020 08:37

La stanza dove abbracciarsi non è vietato: «Migliora umore e benessere di anziani e disabili»

La struttura è stata realizzata all’interno della Rsa Domenico Sartori, a Castelfranco Veneto. La direttrice: «In pochi giorni è migliorato il tono dell’umore e il benessere di tutti i nostri ospiti, anziani e disabili. L’abbiamo ideata pensando alle incubatrici che proteggono i bambini prematuri senza sottrarli all’affetto dei propri genitori»

di Isabella Faggiano

Si chiama stanza degli abbracci e nel suo nome non c’è nulla di metaforico. Le persone possono realmente stringersi, accarezzarsi e parlarsi a pochi centimetri di distanza. E, soprattutto, possono farlo senza rischiare di contagiarsi l’un l’altro. A separare le persone, infatti, c’è una struttura leggerissima, di vetro e alluminio, dotata di parti flessibili che si adattano al corpo, consentendo l’abbraccio. La sala è stata realizzata a Castelfranco Veneto, all’interno della Rsa Domenico Sartori, una casa di riposo che ospita 310 persone tra anziani e disabili.

L’ISPIRAZIONE

«Per idearla ci siamo ispirati all’incubatrice utilizzata per i bambini prematuri – racconta Elisabetta Barbato, direttrice della Rsa Sartori -. Un luogo capace di proteggere il neonato fragile senza impedirgli di ricevere le carezze dei suoi genitori. Coccole dall’effetto antidolorifico, capaci di ridurre la frequenza cardiaca e migliorare l’ossigenazione del sangue. Immaginando questa incubatrice in tutti i suoi dettagli e le sue funzioni ci siamo chiesti: come potremmo trasformare tutto questo a misura di un anziano o un disabile?». E rispondendo a questo interrogativo è nato il progetto della stanza degli abbracci, che ha visto la luce del mese di novembre di quest’anno.

LA STRUTTURA

«Abbiamo creato una sorta di stanza nella stanza con due ingressi separati: uno per gli ospiti della Rsa ed un’altra per i visitatori – spiega Barbato -. In tutto ci sono 12 postazioni, separate tra loro da una parete in policarbonato. Sono stati installati anche dei microfoni per rendere la comunicazione più agevole e stimolare così non solo il senso del tatto e della vista, ma anche quello dell’udito».
La sala degli abbracci è tutt’altro che una stanza priva di familiarità: gli ospiti possono scegliere anche l’ambientazione in cui riabbracciare i propri cari. «Attraverso un enorme led wall, dotato di una particolare tecnologia immersiva di realtà aumentata, le persone possono calarsi in paesaggi storici o naturalistici, a seconda del contesto che gli dona maggiore serenità e sicurezza».

UN LUOGO PER TUTTI

Accanto alla stanza degli abbracci c’è anche un’area dedicata alle “emozioni degli abbracci”, per tutti coloro che, a causa della patologia di cui soffrono, non possono più comunicare o guardare negli occhi i propri cari, ma hanno ancora la possibilità di percepire le sensazioni che possono derivare da un contatto fisico. «La felicità è stata immediatamente visibile anche sul volto di queste persone affette da declino fisico, cognitivo, cecità, paralisi. Tra tutti gli ospiti è immediatamente migliorato il tono dell’umore».

Anche gli operatori della struttura svolgono più serenamente il proprio lavoro da quando è stata inaugurata la stanza degli abbracci, «non più costretti ad una stretta sorveglianza durante le visite che, pur svolgendosi all’aria aperta, erano sempre potenzialmente a rischio – sottolinea la direttrice del Centro -. È inevitabilmente spontaneo che tra persone care si tenda ad avvicinarsi».

E in questa grande incubatrice nulla è vietato: stringersi, tenersi per mano, accarezzarsi, baciarsi. E così, se è vero che invecchiando si torna ad essere un po’ bambini, nella stanza degli abbracci gli anziani possono finalmente godersi appieno la loro seconda infanzia, anche ai tempi del Covid-19.

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