Il dottor Marcello Ferruzzi dell’Ospedale Niguarda di Milano: «Da evitare prodotti fai-da-te, non pulire mascherine con candeggina o ammoniaca»
La paura di contrarre il coronavirus sta generando comportamenti pericolosi tra le mura domestiche. Nell’ultimo mese, le intossicazioni da disinfettante sono aumentate del 65%, raggiungendo picchi del 135% nella fascia di età inferiore ai 5 anni. L’alert arriva dal centro antiveleni dell’ospedale Niguarda di Milano, tra i più importanti riferimenti italiani per la diagnosi e il trattamento di intossicazioni acute.
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«Con la diffusione incrementata dei disinfettanti in casa, sia per la detersione delle mani che per la detersione delle superfici – spiega il dottor Marcello Ferruzzi, raggiunto via Skype -, è aumentata l’esposizione a questi prodotti in maniera incongrua. E mi riferisco soprattutto a quei preparati prodotti a domicilio mischiando sostanze diverse. Si tratta di composti chimici che hanno caratteristiche di farmaci a tutti gli effetti e devono essere tassativamente tenuti lontani dalla portata dei bambini e non vanno travasati in contenitori anonimi, perché questo espone al rischio di esposizioni e di gestioni improprie. Occorre sapere cosa si mischia, perché composizioni incongrue possono determinare la formazione di fumi estremamente irritanti. In particolare, è bene evitare la disinfezione con candeggina e ammoniaca di mascherine che vengono poi riutilizzate. Questo è il messaggio che vogliamo dare».
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Ma cosa fare in caso di intossicazione? «Occorre evitare di indurre il vomito – risponde Ferruzzi – e di somministrare liquidi come latte e acqua o cibo, che può a sua volta innescare il vomito. Soprattutto, occorre evitare di correre in Pronto soccorso allorché l’evento si sia verificato. Allo stesso modo non è utile recarsi dal pediatra o dal medico di medicina generale. È importante invece chiamare il centro antiveleni che può gestire il problema a distanza».Per contattare il centro antiveleni del Niguarda è necessario comporre il numero 02 66 10 10 29.
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