L’intervista a Mario Rusconi, Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi: «Ben venga la Legge, necessario buon coordinamento tra scuola e ASL e colloquio costante fra Miur e Ministero Salute»
«Non vogliamo diventare dependance della ASL. La scuola ha già tante difficoltà, spero che i Ministeri lavorino insieme per evitare che la responsabilità sia tutta sulle spalle dell’istituzione scolastica» lo dichiara Mario Rusconi, Vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi sul coinvolgimento della scuola rispetto all’obbligo vaccini (la cui approvazione definitiva alla Legge è arrivata venerdì scorso alla Camera).
«I dirigenti scolastici, ovviamente, attueranno per filo e per segno le indicazioni della Legge, ma speriamo di non ritrovarci abbandonati a noi stessi perché sarebbe veramente sabbia negli ingranaggi in un momento critico della scuola italiana che già soffre per mille difficoltà» prosegue Rusconi sottolineando che il personale amministrativo scolastico è, nella maggior parte dei casi, sotto organico e aggiungere un carico di lavoro ulteriore, potrebbe destabilizzare i meccanismi.
«Ad ogni modo, io nutro ampia fiducia nella Legge e nei vaccini: ritengo che questa scelta sia fondamentale per il bene della comunità» ci tiene a sottolineare il Vicepresidente aggiungendo che l’emendamento, poi accantonato, sull’obbligo vaccini anche per il personale scolastico «andrebbe ulteriormente approfondito. Fino a 20-30 anni fa, gli insegnanti dovevano presentare la cosiddetta ‘Wasserman’, un’analisi che dimostrava di avere o meno contratto la sifilide. Sono d’accordo con queste misure preventive».
La buona riuscita dell’obbligo «dipende prima di tutto da una buona collaborazione fra le parti coinvolte – prosegue Rusconi – proprio in quest’ottica la Asl di Frosinone ha stipulato un accordo con l’ufficio regionale scolastico per snellire le procedure volte alla verifica delle coperture vaccinali e alleggerire il fardello delle scuole». Infatti, in base a quanto previsto dal documento, le scuole invieranno gli elenchi degli iscritti alle Azienda sanitaria di competenza. La Asl da parte sua valuterà la regolarità della situazione vaccinale di ognuno, attiverà tutte le procedure previste per eventuale recupero del gap vaccinale e invierà i certificati direttamente alla scuole. «Le scuole in questo modo non dovranno vigilare in prima istanza sulla consegna dei certificati – aggiunge il Vicepresidente -. È chiaro che l’ufficio scolastico regionale del Lazio, che da questo punto di vista ha recepito molte delle nostre osservazioni, sta cercando di stilare dei protocolli di intesa che rendano meno virulento l’impatto sulle segreterie scolastiche».
Un altro punto nevralgico della Legge è «la formazione di classi ad hoc – spiega Rusconi -. Infatti, il Decreto prevede delle accortezze da parte delle scuole nella composizione delle classi: i minori immunodepressi, che non possono vaccinarsi per controindicazioni cliniche, andranno inseriti in gruppi di bambini immuni o vaccinati regolarmente. Su questo punto però, almeno per questo anno scolastico, c’è un problema serio: le classi ad oggi sono già state formate senza l’ausilio delle certificazioni non ancora tutte nelle mani delle segreterie. Quindi, anche da questo punto di vista, dovrebbe esserci un coordinamento più capillare tra le istituzioni, una cabina di regia unica, intelligente e organizzata che abbia la funzione di guida fra tutti gli attori coinvolti».