Salute 28 Agosto 2020 15:44

Chi sono i bambini che si ammalano gravemente di Covid-19

Uno studio pubblicato sul British Medical Journal individua due ceppi gravi: sindrome respiratoria acuta e sindrome infiammatoria multisistema, che si manifesta similmente alla sindrome di Kawasaki. Le caratteristiche e i sintomi variano. In comune le comorbilità neurologiche

Chi sono i bambini che si ammalano gravemente di Covid-19

I bambini e gli adolescenti rappresentano solo l’1-2% dei casi di malattia da Covid-19 in tutto il mondo. A differenza di altri virus di tipo respiratorio, i bambini sembrano avere un rischio minore di infezione rispetto agli adulti. E, se infettati, presentano sintomi lievi o assenti. Solo lo 0,6% di loro nei primi studi risultava malato gravemente. Uno studio pubblicato sul British Medical Journal ha indagato le caratteristiche dei minori con le formi più gravi della malattia, ricoverati in terapia intensiva con sindrome respiratoria acuta e sindrome infiammatoria multisistema (MIS-C).

L’ASSOCIAZIONE CON LA SINDROME DI KAWASAKI

Con le prime evidenze a maggio 2020, prima a Londra e poi anche in Italia e Francia, è emerso un fenotipo di malattia grave associata a Covid-19 che mostrava nei bambini caratteristiche simili alla sindrome di Kawasaki e a quella da shock tossico. I soggetti avevano bisogno di supporto inotropo per shock circolatorio refrattario e ventilazione meccanica per la stabilizzazione cardiovascolare e per insufficienza respiratoria.

Lo studio, portato avanti dalle università di Edimburgo, Liverpool e Glasgow, ha riunito 260 ospedali tra il 17 gennaio e il 3 luglio 2020, con un tempo minimo di follow-up di due settimane. Hanno partecipato 651 bambini e ragazzi di età inferiore ai 19 anni ricoverati in 138 ospedali differenti e arruolati nell’International Severe Acute Respiratory and Emergency Infections Consortium (ISARIC) WHO Clinical Characterization Protocol. Tutti ammessi in terapia intensiva o in elevata dipendenza da respiratore, con mortalità intraospedaliera o conformità alla definizione prevista dall’Oms per MIS-C.

I RISULTATI

L’età media è risultata essere 4,6 anni. Il 35% aveva meno di 12 mesi ed era di sesso maschile. Il 57% era bianco, il 12% asiatico e il 10% nero. Il 42% aveva avuto almeno una comorbidità registrata. Sei bambini sono morti in ospedale, tutti con una profonda comorbilità. Il 18% è stato ricoverato in terapia intensiva: maggiormente di colore, di età inferiore a un mese o tra 10 e 14 anni.

L’11% è risultato avere MIS-C e si è potuta calcolare una probabilità cinque volte maggiore di ricovero in terapia intensiva per chi aveva sviluppato la sindrome, ma nessun decesso si è verificato in questo gruppo. I bambini affetti presentavano maggiormente affaticamento (51%), mal di testa (34%), mialgia (34%) e mal di gola (30%). Le comorbidità più comuni erano neurologiche (11%), ematologiche, oncologiche e immunologiche (8%) e asma (7%). L’89% (557/627) dei bambini e dei giovani è stato dimesso vivo e il 10% (62/627) ha continuato a ricevere cure alla data della segnalazione.

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Coronavirus, non solo Trump: tutti i leader “nemici degli scienziati”
Il caso Modi (India), Bolsonaro (Brasile) e Johnson (UK) al centro dell’editoriale del British Medical Journal
di Tommaso Caldarelli
E se il nuovo coronavirus non fosse così nuovo?
Emergono alcuni studi che mostrano una risposta immunitaria in pazienti non toccati dal Covid-19. Alessandro Sette (La Jolla Institute, California): «Si tratta di linfociti T e questo non basta, non si è immuni»
di Tommaso Caldarelli
Fatica, dolore e sintomi dopo Covid-19: è malattia cronica?
Paola Pisanti (Ministero della Salute): «Molti rimangono affetti in maniera subacuta, serve un SSN attento alle cronicità»
di Tommaso Caldarelli
Due metri di distanza da soli non bastano per non prendere Covid-19. Lo dice uno studio del BMJ
Secondo la ricerca di Oxford non sempre il distanziamento deve attenersi a 1 o 2 metri. Con le influenze ambientali in alcuni contesti il rischio è maggiore, in altri minore. L'invito a rielaborare i parametri per favorire un ritorno alla normalità
La vita dei medici youtuber nei giorni del Covid-19
Tanti professionisti sanitari hanno aperto o potenziato i propri canali social durante l’emergenza coronavirus: ne parla un’autorevole rivista scientifica
di Tommaso Caldarelli
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"