Il medico piemontese ha pubblicato un post su Facebook in cui parlava di “terapia domiciliare come specchietto per le allodole”: «La gente, comprensibilmente stanca ed esasperata, è in cerca di soluzioni facili per problemi complessi. In realtà si fa finta di non capire che non c’è ancora una cura per questa malattia»
«Le cure domiciliari per il Covid-19? Un falso mito». Parola di Diego Pavesio, medico di famiglia tra i fondatori del Patto Trasversale per la Scienza che tra i promotori annovera scienziati del calibro di Guido Silvestri, Roberto Burioni, Pierluigi Lopalco e Andrea Cossarizza.
Secondo Pavesio l’ultimo fronte della pseudoscienza, che in questa emergenza Covid caratterizzata dall’infodemia non ha mancato di fare danni, è quello delle terapie domiciliari. Dopo le scelte operate dalla regione Piemonte che ha messo a punto un protocollo di cure domiciliari a base di idrossiclorochina, vitamina D e antinfiammatori, destinato a medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, ha preso virtualmente carta e penna e ha scritto un post su Facebook dall’eloquente titolo “Cure domiciliari: uno specchietto per le allodole”, diventato poi virale.
«Le cure domiciliari per il Covid sono un’illusione. La gente, comprensibilmente stanca ed esasperata, è in cerca di soluzioni facili per problemi complessi. Lo specchietto per le allodole per la terapia domiciliare è una soluzione facile ma si basa fondamentalmente sul fatto che si fa finta di non capire che questa è una patologia che non ha una cura», spiega Pavesio a Sanità Informazione.
Pavesio sostiene che non si dovrebbe neanche parlare di cura domiciliare ma, come correttamente fa il Ministero della Salute, di “Gestione domiciliare dei pazienti con infezione da SARS-CoV-2”. Un concetto radicalmente diverso.
«Oggi siamo in grado di monitorare, gestire e capire in anticipo se, dopo l’infezione, il quadro clinico peggiorerà. Solo in quel caso il medico può valutare se il paziente va ospedalizzato» chiarisce Pavesio che non rinuncia a polemizzare con il Comitato Cure Domiciliari Covid fondato dall’avvocato Erich Grimaldi.
«Bisogna spiegare bene che la cura domiciliare è una falsa credenza – continua Pavesio -. La politica ha interesse, soprattutto in Piemonte, a sostenere questa cura domiciliare. Ma il continuare a dire una cosa non vera non la trasforma in realtà. Illudere la cittadinanza che esista una terapia e quindi sottintendere che “non ce lo dicono”, fa molta presa nella psiche della gente. Ha creato un movimento chiaramente visibile sui social di gente arrabbiata convinta che esista una cura ma che non gli venga data per chissà quale motivo. Questo meccanismo psicologico è già stato ampiamente visto nella storia recente dell’Italia dal caso Stamina al caso Di Bella».
Pavesio, però, non fa di tutta l’erba un fascio. Difende gli studi dell’Istituto Mario Negri sul potenziale degli antinfiammatori contro il Covid («ma si tratta di uno studio preliminare») e cita l’esempio del cortisone spesso adoperato a sproposito. «Se le linee guida dell’AIFA scrivono da ottobre 2020 che il cortisone non va dato a domicilio ma utilizzato nei pazienti ospedalizzati in ossigenoterapia, mi può spiegare perché molti medici danno il cortisone alla prima infezione? Il cortisone dato nelle prime fasi aumenta la replicazione virale e ha fatto precipitare le condizioni di molti pazienti giovani per una scelta terapeutica sbagliata. All’inizio non ne sapevamo nulla ma ora abbiamo i dati che ci dicono chiaramente quello che dobbiamo fare».
Il medico piemontese punta il dito contro la poca formazione, spesso di bassa qualità, dei medici di medicina generale, a volte pronti a utilizzare a suo dire cure non validate dagli organi regolatori. «La vigile attesa viene quasi irrisa dai fan delle cure domiciliari come se fosse sbagliata, invece è correttissima – continua Pavesio -. La patologia nel 95% dei casi guarisce da sola e guarisce con lattoferrina e vitamina C come senza queste ‘polverine’».
Poi l’affondo contro i fautori delle terapie domiciliari: «Queste persone che sostengono che le cure domiciliari funzionano non hanno uno straccio di pubblicazione. Sull’idrossiclorochina le prove ci sono e sono tutte a sfavore. Non serve a nulla e in rari casi può dare problemi. Non modifica il decorso della malattia. Anche io ho avuto centinaia di pazienti guariti. La verità è che questa è una patologia che non conosciamo e che può evolvere in peggio da un momento all’altro in qualunque fascia d’età. Io ho avuto una 44enne che ho dovuto far ricoverare per una polmonite bilaterale così come ho avuto molti 80enni che hanno avuto solo qualche linea di febbre. Non abbiamo la capacità di prevedere come questa patologia evolverà».
Infine, l’appello a seguire la scienza: «Le regole le detta il virus e se non seguiamo le sue regole, vince lui. Inutile inventarsi che c’è un farmaco che funzioni, che le mascherine o il distanziamento non servano più. Grazie alla scienza, quella vera fatta da studi e trial seri, in 12 mesi abbiamo cinque vaccini già in commercio. Solo così possiamo uscire da questa pandemia e azzerare la mortalità».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato