Green Pass e misure di sicurezza per riaprire le Rsa: «Per gli anziani il lockdown non è mai finito»
In Conferenza delle Regioni sono state approvate le nuove linee guida per visitare parenti e amici in Rsa, inviate al Governo per essere implementate in un emendamento al Dl Riaperture. Un ritorno alla normalità per chi, dentro le strutture, vive in isolamento da molto tempo anche dopo il vaccino. Protetti dal virus ma esclusi dalle interazioni, con un rischio di grave degrado per la loro salute mentale.
Protagonista di questa nuova “riapertura” sarà ancora una volta il Green Pass – italiano prima che europeo – che permetterà ai familiari di accedere nelle strutture. «In alternativa – si legge – può essere validamente utilizzata l’attestazione di una delle condizioni necessarie per il rilascio delle stesse purché non scadute», dunque aver fatto il vaccino, un tampone nelle ultime 48 ore con risultato negativo o essere guarito da Covid.
Alla struttura il compito di gestire «una programmazione degli accessi dei familiari lungo l’arco della giornata con modalità e forme atte a evitare assembramenti, per cui di norma gli accessi devono riguardare non più di due visitatori per ospite per visita e per una durata definita». Ogni concessione sarà influenzata dalle generali condizioni del paziente, dalle possibilità logistiche e dalla situazione epidemiologica. «Rimane necessario massimo rigore nell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, nel garantire il distanziamento sociale ed evitare qualsiasi forma di assembramento all’interno delle strutture», prosegue la guida.
Durante la visita la distanza prevista deve essere quella di un metro o due se la situazione lo richiede. Sconsigliato per questo l’accesso ai minori per i quali non sia possibile garantire questo genere di misure. Per eventuali uscite degli ospiti dalla struttura sarà necessaria «una specifica autorizzazione da parte delle Direzioni sanitarie-Responsabili medici-Referente Covid-19». Clima permettendo vanno «privilegiati gli incontri all’aperto. In quelli chiusi «devono avvenire preferenzialmente in spazi dedicati esclusivamente alla finalità della visita stessa ed è opportuno che la struttura identifichi spazi idonei, ampi ed arieggiati».
Eleonora Selvi, la portavoce di Federanziani, ha parlato a Sanità Informazione di grande sollievo alla notizia delle linee guida, di cui si attendono i dettagli completi. «Bisogna ricordare – spiega – che per gli anziani in Rsa il lockdown non è mai finito. Siamo certi che l’accesso avverrà in sicurezza, quindi è corretto chiedere Green Pass per chi deve entrare. Le persone all’interno sono infatti sempre fragili».
L’invito però resta quello di non usare questa concessione per dimenticare le procedure di sicurezza: «Restino i percorsi separati e l’attenzione delle strutture che non avvengano contaminazioni», chiede Selvi. «È importante – prosegue – che si riparta anche con le attività di socializzazione interne che hanno subito delle limitazioni nelle Rsa, non solo non hanno visto i parenti ma spesso hanno perso anche quegli stimoli sociali con altre persone che sono così benefici nelle strutture». E non tutte hanno cercato nuovi modi per favorirle, le stanze degli abbracci sono state un unicum e non tutti le hanno implementate.
«Si faccia tesoro – conclude Selvi – dei gravi errori fatti nelle Rsa, di quell’abbandono a loro stesse che le ha rese poi focolai. Errore è stato lasciare isolati gli anziani così tanto. Ora rimettere al centro i bisogni degli ospiti, non solo i bisogni fisici ma psicologici e sociali».
Anche Uneba, l’Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale, esprime il proprio favore verso le linee guida. Nello specifico per l’uniformità e universalità delle stesse, condivise con ogni Regione e struttura. «Far vivere alle anziane e agli anziani relazioni di valore, pur con tutte le difficoltà delle fragilità, è infatti l’obbiettivo quotidiano degli enti e delle migliaia di lavoratrici e lavoratori degli enti Uneba: prima, durante e dopo la pandemia», spiegano.
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