Carmelo Comisi a 14 anni è stato vittima di un incidente stradale che gli ha causato una gravissima disabilità. Già ideatore del Disability Pride Italia, durante l’emergenza Covid ha realizzato una web-serie: «I normodotati ci presentano come un caso umano o come un supereroe sportivo. E invece noi non siamo nulla di tutto questo»
Sessualità, nuove tecnologie, accessibilità al mondo del lavoro: sono solo alcune delle tematiche affrontate nelle nove puntate de “Le Supposte Di Carmelo”, la prima “Sit down comedy” mai realizzata. L’ideatore della web-serie è Carmelo Comisi: per parlare di disabilità non ha bisogno di citare stime o statistiche, per lui è sufficiente raccontare le esperienze che ogni giorno vive sulla sua pelle, difficoltà quotidiane con cui deve fare i conti da oltre vent’anni. Carmelo, siciliano, a 14 anni è stato vittima di un incidente stradale che gli ha causato una gravissima disabilità.
«Ho deciso di ideare questa web serie durante il lockdown per continuare a dar voce, anche in piena pandemia, alle problematiche con cui noi disabili dobbiamo fare i conti nella nostra routine – spiega Carmelo Comisi -. La prima puntata è stata dedicata, non a caso, ad una frase che abbiamo letto e ascoltato moltissime volte durante questa emergenza: “andrà tutto bene”». Un video-commento che in due minuti è riuscito a scatenare non poche polemiche, esternate in numerose e-mail di protesta ricevute. Ma Carmelo Comisi non cerca necessariamente approvazione: «Sono aperto al confronto – dice -. Il mio scopo è fare in modo che si puntino i riflettori sul mondo della disabilità, poiché quando a parlarne è qualcuno che non conosce queste difficoltà in prima persona tende a presentare il disabile come un caso umano o come un supereroe sportivo. E invece noi non siamo nulla di tutto questo».
Le nove puntate, diventate dieci con una speciale ideata in occasione della festa della Repubblica, sono state realizzate grazie al contributo di Elisa Capo e Gabriele Areamag Ortenzi. «Sono tutte caratterizzate da un racconto sarcastico, mordace e assolutamente alternativo – aggiunge il protagonista -. Quasi un’interferenza nella comunicazione mainstream ufficiale per raccontare il momento straordinario che stiamo vivendo dal punto di vista di un disabile grave. In particolare di una persona tetraplegica, disabilità che vivo in prima persona».
Carmelo Comisi è anche l’ideatore del Disability Pride Italia e presidente della Onlus omonima, nata da alcuni anni per promuovere i diritti delle persone con disabilità e perseguirne la piena inclusione sociale. La scarsa assistenza dedicata alle persone disabili, soprattutto a quelle con una disabilità gravissima, è solo uno dei tanti motivi che ha spinto Carmelo Comisi ad importare in Italia il “Disability Pride”, una manifestazione nata a New York per rivendicare i diritti dei disabili e sensibilizzare la cittadinanza all’inclusione sociale.
Scendere in piazza, sfilare per le strade della Capitale, per Carmelo Comisi vuol dire anche offrire una possibilità di integrazione. «Abbiamo portato la disabilità tra la gente comune – ha aggiunto il presidente del Disability Pride – proprio per far in modo che le persone con disabilità possano essere sempre di più parte integrante della società. Quest’anno, a causa dell’emergenza Covid – sottolinea Carmelo – abbiamo dovuto rinunciare alla consueta sfilata di luglio del Disability Pride Italia. Ma stiamo organizzando un appuntamento autunnale che, come tutti gli anni, punterà, attraverso uno spettacolo, a valorizzare la componente artistica delle persone con disabilità».
Ma i progetti non finiscono qui. Le “Supposte di Carmelo” torneranno ancora a far discutere: «Ci sarà una seconda stagione – assicura Comisi – con la speranza che si possa girare in esterna. Ci piacerebbe coinvolgere altre persone per ritrarle nella loro naturalezza. Così come sarebbe fantastico trovare uno sponsor e il sostegno di chi già realizza con successo le web-serie. Con l’aiuto dei professionisti del settore potremmo creare video davvero innovativi: sappiamo che nel mondo dei normodotati c’è difficoltà a parlare di disabilità, poiché non sanno come esprime questa condizione e, soprattutto, temono di poter essere criticati. Una persona con disabilità, invece - conclude Comisi -, può interpretare questo ruolo in piena tranquillità dovendo semplicemente esprime una condizione che propriamente gli appartiene».