Compiaciuti il presidente dell’Associazione Hera, Gerardo D’Amico, e il Segretario Generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino: «I cittadini coinvolti a pieno titolo nell’elaborazione del documento»
Le nuove linee guida sulla PMA redatte dalla SIRU (Società Italiana di Riproduzione Umana) presentate durante il 4° Congresso Nazionale SIRU in corso a Napoli da ieri fino al 16 ottobre, si prefiggono di superare l’atavica disomogeneità di applicazione dei PDTA tra le varie Regioni d’Italia, divenendo un faro per gli operatori sanitari e offrendo ai cittadini che si affacciano a questo percorso la possibilità di accedere a trattamenti regolati da criteri uniformi su tutto il territorio nazionale.
Cittadini che, nelle loro rappresentanze, sono stati coinvolti a pieno titolo nella stesura delle linee guida, diventandone così, al tempo stesso, punto di partenza e destinatario finale. Alle nostre telecamere hanno espresso la loro soddisfazione per i risultati raggiunti il presidente dell’Associazione Hera, Gerardo D’Amico, e il Segretario Generale di Cittadinanzattiva, Anna Lisa Mandorino.
«Siamo stati coinvolti sin dall’inizio in questo processo di formazione delle linee guida alla luce della legge Gelli – Bianco – spiega il presidente di Hera – e abbiamo partecipato a tutte le sedute e gli incontri. Molte di queste prescrizioni hanno un contenuto tecnico che sfugge ai non esperti della materia, ma altre toccano invece da vicino la vita delle persone. È interessante offrire il punto di vista del singolo paziente, del cittadino comune, per dare la -possibilità al medico o allo scienziato di capire come il paziente si pone di fronte a una determinata prescrizione piuttosto che a un’altra. Le linee guida – continua D’Amico – nascono con la precisa vocazione di essere il parametro per valutare la responsabilità sanitaria del medico, ma al tempo stesso offrono a quest’ultimo un percorso raccomandato che lo porta sì a seguire quelle indicazioni ma anche a non sottovalutare le peculiarità di un caso concreto che da quelle indicazioni potrebbe discostarsi. In sostanza – conclude – le linee guida sono fondamentali perché riescono a unire la previsione di una prescrizione generale nel rispetto però delle individualità specifiche dei singoli casi».
«Come Cittadinanzattiva siamo stati ben lieti di essere coinvolti nell’elaborazione di queste linee guida – afferma la Segretaria Generale – innanzitutto perché in questo modo il cittadino è diventato non solo il destinatario di queste linee guida ma anche uno degli interlocutori per la loro costruzione. Questo significa che è stato tenuto conto del punto di vista del cittadino riguardo a varie criticità e problemi, e questo è sicuramente un arricchimento. Riteniamo queste linee guida una base molto utile – prosegue -sia per superare l’eterogeneità della pratica clinica ma anche le disuguaglianze tra i territori, che rappresenta la criticità maggiore riscontrata in termini di accesso alle tecniche di PMA. Nelle more di una normativa nazionale e con il ritardo dell’aggiornamento dei LEA in cui la PMA non è ancora compresa, assistiamo a una situazione estremamente frammentata tra le Regioni, in cui ognuna si regola con le sue modalità. Anche qui, la presenza delle linee guida nazionale potrà assicurare maggiore uniformità. Infine – conclude Mandorino – è importante ricordare che le linee guida preparano i PDTA, che potranno poi servire a calare nei territori le evidenze scientifiche e le raccomandazioni per garantire parità di trattamento a tutti i cittadini del nostro Paese».
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